“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 5,17-19
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il Vangelo di oggi ci insegna come osservare la Legge di Dio in modo tale che la sua pratica ci indichi chiaramente in cosa consiste il pieno compimento della legge.
Matteo scrive per aiutare le comunità dei giudei convertiti a superare le critiche dei fratelli di razza che li accusavano dicendo “Voi siete infedeli alla Legge di Mosè“.
Gesù stesso era stato accusato di infedeltà alla legge di Dio.
Matteo ha la risposta chiarificatrice di Gesù nei riguardi dei suoi accusatori, che permetterà di offrire una luce per aiutare le comunità a risolvere il loro problema.
Usando immagini della vita quotidiana, con parole semplici e dirette, Gesù aveva detto che la ragion d’essere della sua comunità, che sarà la Chiesa, È QUELLA DI ESSERE SALE E LUCE.
Certo, un progetto divino, irrevocabile e perfetto sin dall’inizio, che mira alla piena realizzazione dell’uomo.
Ma, nonostante ciò, per l’uomo non è facile stare alla sequela del Signore, per vivere le beatitudini, per gustare il sapore alla vita e diventare luce per il mondo.
Perché per ottenere ciò, non dobbiamo non svilire la portata profetica e destabilizzante del Vangelo e non possiamo cambiarne neppure una virgola o un trattino.
Nelle nelle pagine che seguono le beatitudini Gesù affronterà numerosi precetti, riportandoli alla loro origine, e lo farà cambiando ben più di una virgola, per riportarli al loro antico splendore.
Ma ciò che ha cambiato è l’idea di fondo di quei precetti, quel desiderio di Dio di fornire agli uomini una strada verso la felicità.
Precetti e norme date da Dio, CHE NON DEBBONOI VEDERE AGGIUNTE UMANE, perché DATI DA DIO.
Nel suo infinito amore Dio offre un percorso di libertà, non di anarchia, e là dove si sostituisce alla norma il proprio appetito, SI DIVENTA SCHIAVI DELLE PROPRIE PASSIONI.
Occorre invece, attraverso di essi, ritrovare quella libertà autentica, che ci deriva dallo scoprire il grande progetto che Dio ha sull’umanità e su ognuno di noi.
Ma bisogna stare bene attenti, perché, se dopo aver ascoltato una prima volta l’annuncio liberante del Vangelo perdessimo l’entusiasmo iniziale, acquistando una posizione quieta e statica, saremmo simili a quell’albero che il Signore fece seccare perché non produceva frutti.
Le raccomandazioni morali ed ascetiche che la tradizione cristiana ci tramanda, derivanti dall’antica Legge di israele, non sono mai decadute, ma hanno acquistato pieno significato e trovano la giusta collocazione di fronte alla salvezza gratuita che Gesù ci ha donato.
E la comunità che si raduna intorno al suo Signore, deve essere uno spazio dove questo equilibrio può essere raggiunto e vissuto.
Prima di sottolineare la radicale novità che scaturisce dall’insegnamento di Gesù (Mt 5,21-48), l’evangelista spiega il rapporto tra la storia d’Israele e quella che trova in Gesù il suo essenziale riferimento.
Infatti, la grande preoccupazione del terzo evangelista È QUELLA DI DIMOSTRARE CHE L’ANTICO TESTAMENTO, GESÙ DI NAZARETH E LA VITA NELLO SPIRITO, NON POSSONO ESSERE SEPARATI.
Le tre cose fanno parte dello stesso ed unico progetto di Dio e ci comunicano la certezza centrale della fede: IL DIO DI ABRAMO E DI SARA È PRESENTE IN MEZZO ALLE COMUNITÀ PER LA FEDE IN GESÙ DI NAZARETH, CHE CI DONA IL SUO SPIRITO.
Gesù raccoglie e sigilla questa storia, perché in Lui tutto si compie.
Questo annuncio è fondamentale, e non può, né deve essere sminuito, né diluito, in una prospettiva che presenta il cristianesimo solo come una proposta religiosa accanto alle altre.
Gesù è la porta d’ingresso, la sua parola rappresenta il pieno compimento della vicenda d’Israele e del faticoso cammino dell’umanità.
Questa certezza, che oggi appare meno granitica nella coscienza di fede, deve essere proclamata con maggiore convinzione.
Noi sappiamo infatti che questo mondo, “creato e conservato nell’esistenza dall’amore del Creatore” è stato “dal Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del maligno, liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento” (Gaudium et spes, 2).
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!