“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 5,27-32
+ In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?» Gesù rispose loro «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il Vangelo di oggi presenta lo stesso tema del vangelo di Marco, riportato nel capitolo 2,13-17.
Solo che questa volta ne parla il Vangelo di Luca ed il testo è ben più corto, concentrando l’attenzione sulla scena principale che è la chiamata e LA CONVERSIONE DI LEVI E LA CONVERSIONE, CHE RIGUARDA NOI che stiamo entrando in quaresima.
Gesù chiama un peccatore ad essere suo discepolo, di nome Levi, un pubblicano; e costui, immediatamente, lascia tutto, segue Gesù ed entra a far parte del gruppo dei discepoli.
Fratelli e Sorelle, ricordiamoci sempre che il peccatore è chiamato a seguire Gesù e accoglierlo nella sua casa.
Il giusto, invece, è sempre nel pericolo di seguire solo se stesso, facendo del suo io il proprio dio.
In virtù di quanto predetto, l’Evangelista Luca si premura di dirci che Levi ha preparato un grande banchetto nella sua casa.
Mentre nel Vangelo di Marco, sembrava che il banchetto fosse in casa di Gesù.
Ciò che importa è L’INSISTENZA NELLA COMUNIONE DI GESÙ CON I PECCATORI, ATTORNO AL TAVOLO, CHE ERA COSA ASSOLUTAMENTE PROIBITA.
È palese che il gesto di Gesù generasse rabbia tra le autorità religiose, poichè era proibito sedersi a tavola con pubblicani e peccatori, poiché sedersi a tavola con qualcuno voleva dire trattarlo da fratello. E questo era inconcepibile, per un pio Israelita.
Ma, con il suo modo di fare, il Signore, stava accogliendo gli esclusi e li stava trattando da fratelli, poichè tutti comunque appartenenti alla stessa FAMIGLIA DI DIO.
Invece di parlare direttamente con Gesù, gli scribi dei farisei parlano con i discepoli, e chiedono loro “…perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?”
A questa domanda però risponde Gesù, dicendo “…non sono i sani che hanno bisogno del medico; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi!”
E, il testo ci dice che, alla chiamata di Gesù, Levi “…lasciando tutto, si alzò e lo seguì” (Lc 5,28).
Con queste parole, i vangelo mette bene in evidenza le caratteristiche di questa vocazione speciale ad essere apostolo di Gesù:
- a) lasciare tutto, confidando solo nella provvidenza divina;
- b) alzarsi, cioè non rimanere nella situazione precedente, ma accettare di vivere una nuova realtà;
- c) seguire Gesù, accogliendo il suo messaggio di salvezza, poi realizzarlo nella propria vita e diffonderlo presso le altre persone.
Gesù non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, non per i sani, ma per gli ammalati.
E se passiamo il tempo a nascondere le nostre piccole o grandi manchevolezze, se ci ostiniamo ad apparire per ciò che non siamo, semplicemente, non riusciamo ad incontrare il Signore.
Il primo passo per ogni conversione consiste nel lasciarci raggiungere, nell’ammettere le nostre fatiche e le nostre fragilità, lasciare che sia il Signore a colmare i nostri cuori.
Dio non può curare chi non ammette la propria ferita, né guarire chi non ammette la propria colpa. Impariamo da Levi a lasciare il superfluo per seguire il Cristo.
Se avete presente il quadro del Caravaggio, vedete che il dipinto racconta benissimo questa scena.
È uno degli episodi che il Papa richiama nella lettera per l’anno della Misericordia, su cui si ferma a lungo.
Dal commento di SAN BEDA IL VENERABILE (673-735 monaco cristiano benedettino, Dottore della Chiesa. Il motto riportato nello stemma di papa Francesco, “Miserando atque eligendo”, è tratto da un passo delle Omelie di Beda il Venerabile (Om. 21; CCL 122, 149-151)), Papa Francesco ha ricavato il motto del suo episcopato prima, del suo papato adesso: Miserando atque ligendo, sottolineando lo sguardo di Gesù verso Levi.
Allora anche da questo si dice della perenne novità della scrittura.
E come avevamo ascoltato la volta scorsa la conclusione “…oggi abbiamo visto cose prodigiose”
Ecco perchè ogni volta che noi riprendiamo in mano questo testo diventa a noi contemporaneo.
C’è una chiamata che sintetizza le varie guarigioni, perché Levi riassume un po’ le caratteristiche di Simone peccatore; le caratteristiche del lebbroso, da un lato della vita che se ne va e dell’isolamento in cui sta un esattore, ma riassume le caratteristiche anche del paralitico che viene guarito.
Unendo sia questa forma di paralisi, che noi possiamo vedere in Levi seduto al banco delle imposte, ma anche da questa sua incapacità a rialzarsi da solo.
Diventa una figura estremamente forte questa di Levi, una figura che ha alcune caratteristiche di novità grande, per quanto riguarda la chiamata di Gesù.
E poi subito dopo la chiamata di Levi, Gesù dirà “…non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori a conversione”.
Per comprendere quanto avviene in Levi è necessario conoscere Gesù. Solamente se ci si apre a questa rivelazione di Gesù possiamo comprendere quanto avviene per questa persona.
Questo brano del Vangelo ci mostra LA CONVERSIONE CHE GESÙ ASPETTA DA CIASCUNO DI NOI.
Una conversione che si è raggiunta quando ci riconosciamo peccatori, e andiamo a LUI, riconoscendolo come nostro personale Salvatore, riconoscendoci malati, e andando a lui come nostro medico…
La peggiore cosa che possa capitarci è quella di crederci “giusti”, cioè contenti di noi stessi, che non abbiamo nulla da rimproverarci. Questo infatti ci allontana irrimediabilmente, DAL NOSTRO DIO DI MISERICORDIA.
Ma quando ci consideriamo peccatori, entriamo nel cuore di Gesù.
E, I NOSTRI PECCATI NON SARANNO MAI UN OSTACOLO ALLA NOSTRA UNIONE CON DIO, SE NOI SAREMO DEI POVERI PECCATORI, CIOÈ DEI PECCATORI PENITENTI, UMILI, CHE SI AFFIDANO ALLA MISERICORDIA DI DIO E NON ALLE PROPRIE FORZE.
È a questa conversione d’amore e di umiltà, a questo incontro con il nostro Salvatore, che siamo tutti invitati durante la Quaresima.
Tutti abbiamo bisogno di conversione e di guarigione, e Gesù ci prende così come siamo.
E, una volta compreso questo, con lo stesso sguardo di misericordia dobbiamo guardare ogni nostro fratello, senza mai scandalizzarci, come il primogenito nella parabola del figliol prodigo, dei tesori di tenerezza che NOSTRO PADRE impiega per i suoi figli più perduti.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!