“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 28,16-20
+ In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore
Mediti…AMO
La solennità della Santissima Trinità ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste, quindi come FESTA DEL SIGNORE, e trova collocazione come riflessione su tutto il mistero che negli altri tempi è celebrato, nei suoi diversi momenti e aspetti.
Si afferma, con facilità, che tutti i popoli, anche i non cristiani, sanno che Dio esiste, e che anche i ‘pagani’ credono in Dio.
Questa verità condivisa – pur con alcune differenze, riserve e la necessità di purificare immagini e rapporti – è la base che rende possibile il dialogo fra le religioni, e in particolare il dialogo fra i cristiani e i seguaci di altre religioni.
Sulla base di un Dio unico comune a tutti, è possibile tessere un’intesa fra i popoli in vista di azioni concertate a favore della pace, in difesa di diritti umani, per la realizzazione di progetti di sviluppo e crescita umana e sociale.
Nei primi quattro secoli, i nodi da sciogliere erano molti….
- Il primo consistette nel definire la Trinità – un solo Dio in tre Persone – senza cadere nell’errore di presentarla come una “relazione fra tre Dei”.
- La seconda difficoltà riguardava la divinità del Cristo e la sua generazione dal Padre. Il era di farne una creatura, sublime finché si vuole, eccelsa, perfetta, celeste… MA SEMPRE UNA CREATURA.
- Ancora oggi, molti sedicenti cristiani, interrogati se Gesù di Nazareth fosse Dio, dichiarano senza alcuna esitazione che “…Gesù non era Dio …Gesù era Gesù …ma Dio è un’altra cosa. Della serie: poche idee, ma ben confuse.
- La terza difficoltà non poteva che riguardare la terza Persona della SS.Trinità… “…da dove viene lo Spirito Santo?”, si chiesero i Padri che definirono in Concilio il dogma della Trinità: dal Padre, o dal Figlio?…o da tutti e due?
Per un cattolico l’orizzonte di relazioni fondate sull’esistenza di un Dio unico si basa sulla straordinaria rivelazione ricevuta per mezzo di Gesù Cristo, che abbraccia tutto il mistero di Dio, nella sua unità e trinità.
La parola ‘mistero’ è da intendersi più per ciò che rivela, ma per quello che nasconde ed in questo campo è meglio lasciare la parola ai mistici.
Per S. Giovanni della Croce c’è ancora molto da approfondire in Cristo, che è come una miniera ricca di immensi tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine.
Rivolgendosi alla Trinità, S. Caterina da Siena esclama “Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna“.
La rivelazione cristiana del Dio trino offre parametri nuovi sul mistero di Dio, sia in se stesso, che nei suoi rapporti con l’uomo e il creato, come pure per le relazioni fra le persone umane.
Un anonimo ha trasmesso il seguente dialogo, scarno ma essenziale, tra un musulmano e un cristiano:
- Diceva un musulmano “Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?”
- Rispose un cristiano “Dio, per noi, è amore; come potrebbe essere solo?”
Si tratta di una forma stilizzata di ‘dialogo interreligioso’, che manifesta una verità fondamentale del Dio cristiano, capace di arricchire anche il monoteismo ebraico, musulmano e delle altre religioni.
Infatti, il Dio rivelato da Gesù (Vangelo) è soprattutto Dio-amore (Gv 3,16; 1Gv 4,8).
È un Dio unico, in una piena comunione di Persone, che si rivela a noi soprattutto come un “Dio misericordioso e pietoso e ricco di misericordia” (Ef 2,4).
È questo il vero volto di Dio che tutti i popoli hanno il diritto e il bisogno di conoscere, grazie alla nostra testimonianza.
Per questo, afferma il Concilio Ecumenico Vaticano II’ “…la Chiesa pellegrinante è missionaria per sua natura, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il progetto di Dio Padre” (Ad Gentes 2).
Nei primi numeri dello stesso Decreto il Concilio spiega l’origine e il fondamento trinitario della missione universale della Chiesa, offrendo una delle più alte sintesi teologiche di tutto il ‘900.
Vediamo il testo evangelico odierno.
Il Nuovo Testamento fonda l’universalità della missione nello speciale rapporto che Gesù risorto ha con ogni uomo.
Il Vangelo dev’essere annunciato a ogni uomo, perché Gesù è la verità dell’uomo, ha ricevuto dal Padre ogni potere in cielo e in terra, perché ha fatto la volontà del Padre fino alla morte aprendo così per ogni uomo la via verso la pienezza della vita. Di qui le caratteristiche della missione:
– la forza che l’anima è lo Spirito Santo che da Gesù risorto viene promesso e trasmesso ai discepoli, come principio della vita nuova, che deve essere annunciata e comunicata a ogni uomo;
– il contenuto della missione è la sequela di Cristo, l’obbedienza al Vangelo, l’osservanza dei comandi di Gesù, l’adesione battesimale alla vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, il distacco dalla vita incredula, implorando e accogliendo la remissione dei peccati;
– la speranza che sostiene i missionari nelle fatiche e nelle difficoltà è la certezza che Gesù è sempre con loro sino alla fine del mondo.
Il vangelo termina con questa grande promessa “Io sono con voi“, che non è un “verrò presto“, ma un “sono già con voi“.
Questo mondo avrà una fine, una consumazione, che coinciderà con la parusia (Mt 24,3).
I giorni che viviamo nell’attesa sono già ricolmi di una presenza.
Il linguaggio usato qui da Matteo è quello dell’alleanza, del “Dio con noi” che inaugura il Vangelo sin dall’annunciazione (Mt 1,23).
Ancora Matteo fa riferimento qui alla Presenza di Dio, che si realizzava nel Tempio.
Ora che il Tempio è stato distrutto, la Presenza si situa dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù (Mt18,20).
Questa è l’esperienza del Risorto che Matteo ci trasmette.
E’ una presenza discreta e silenziosa che ci accompagna per tutti i giorni della nostra vita.
Gesù risorto e assiso alla destra del Padre è la Presenza di Dio nella storia del mondo.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!