… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore
Mediti…AMO
Con l’INCARNAZIONE DEL CRISTO LA RIVELAZIONE È TERMINATA: DIO CI HA DETTO TUTTO CIO’ CHE VOLEVA COMUNICARCI.
Non c’è altro da sapere, non c’è altro da dire. Tutto è stato donato. Ma noi, cosa abbiamo capito?
Ecco il problema….
Il deposito della fede che, gli Apostoli prima e la Chiesa poi, custodiscono con passione è in continuo movimento, in appassionata evoluzione. Le cose dette dal Signore restano. Ma cambia il nostro modo di comprenderle che è in continua evoluzione. Verità definite e definitive non sono immobili ma sono colme di fioritura interpretativa.
Lo stesso vangelo letto miliardi e miliardi di volte lungo il cammino della storia, ci regala significati nuovi, ci dona sfumature inattese.
La verità si arricchisce, assumendo linguaggi sempre nuovi, e pur restando IMMUTATA, perché la VERITA’ È UNA, È CRISTO, si presenta con parole nuove.
La stessa cosa avviene anche nella nostra vita interiore: quando immaginiamo di avere capito tutto, quando presupponiamo di sapere, quando crediamo di avere finito il percorso, ecco che lo Spirito ARRIVA E RIMETTE TUTTO IN DISCUSSIONE, e ci fa vedere verità che da soli mai avremmo neppure sognato.
La nostra vita interiore è un continuo cammino, grazie allo Spirito Santo. E tutto questo è avvenuto grazie alla Pasqua., che col suo Mistero di Morte e di Risurrezione, ci ha rivelato l’AMODEL DEL PADRE IN CRISTO E L’AMORE DEL PADRE E DEL FIGLIO, che nel medesimo disegno di AMORE, ci hanno dato in DONO LO SPIRITO SANTO, che ci “conduce alla verità tutta intera”.
Ma cerchiamo di capire bene e di non fare pensieri blasfemi: non perché il Cristo sia “una mezza verità”: Egli “la Via, la Verità e la VITA”, IN MODO TOTALE, PIENO, ESAUSTIVO.
Ma lo Spirito Signore, ci “prende” per mano e ci “introduce” in questa Verità. E lo fa con un unico stupendo scopo: quello di svelarci in modo pieno, per quanto ci è dato di comprendere ovviamente, riguardo al MISTERO DI DIO, le cose che IL PADRE E IL FIGLIO CI HANNO DETTO.
E conseguentemente, ciò che abbiamo compreso, dobbiamo attualizzarla e realizzarla oggi.
Questo sarà ovviamente possibile solo nella misura in cui, abbiamo invocato lo Spirito a venire in noi CON POTENZA ed esso in-abita in noi e ci assimila ogni giorno sempre di più a Gesù.
Solo così la nostra umanità cresce e possiamo assaporare e capire sempre con più gioia, amore e comprensione, la Parola.
Un vecchio adagio si una stupenda canzone di chiesa, nel ritornello diceva a tal proposito:
Vieni, vieni, Spirito d’amore,
ad insegnar le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace,
a suggerir le cose che Lui ha detto a noi.
Nell’anno dello Spirito Santo, Angelo Amato ha scritto in merito:
Essendo Persona-dono lo Spirito è la sorgente di ogni dono creato, come la vita, la grazia, la carità: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo, che ci è stato dato» (Rm 5,5). Ed è Gesù che ha dato il suo Spirito come dono di vita nuova agli apostoli, alla chiesa, al mondo: «Innalzato alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire» (At 2,33).
Queste parole di Pietro a Pentecoste, riecheggiano la sua esperienza pasquale. La sera della risurrezione, infatti, Gesù, apparendo agli apostoli, disse: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22). Anche a Pentecoste gli apostoli «furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2,4).
Tale pentecoste apostolica rifluisce su tutta l’umanità, in tutte le sue categorie di giovani e di anziani, di uomini e di donne. È lo stesso Pietro a spiegare, nel suo primo kérygma, che questa irruzione dello Spirito non fa che realizzare la profezia di Gioele:
«Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni. E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno» (At 2,17-18).
Il dono dello Spirito significa vocazione alla profezia da parte dei figli e delle figlie, dei servi e delle serve; significa chiamata a seguire grandi ideali («visioni») da parte dei giovani e ad avere sogni profetici da parte degli anziani. L’effusione dello Spirito a Pentecoste realizza anche la profezia di Ezechiele:
«Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Vi libererò da tutte le vostre impurità: chiamerò il grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia» (Ezechiele al capitolo 36, versetti 24-29).
Lo Spirito è cioè dono di comunione, è acqua di purificazione, è cuore di carne, è novità, è obbedienza, è appartenenza e fedeltà a Dio, è abbondanza di beni.
Lo Spirito Santo: questo dolce SOFFIO che è entrato in noi al momento del concepimento e si unisce al nostro soffio, ha come primo effetto la remissione dei peccati.
Li perdona, li cancella, in modo che Dio non li ricorda più.
Questo Soffio è come un abbraccio che ci mette “nel seno del Padre”, ci stringe a Dio in modo che non siamo più orfani ma ci sentiamo amati senza misura di un amore che non abbiamo meritato né dobbiamo meritare ogni giorno.
“Ricevete lo Spirito”, dice Gesù, cioè “accoglietelo come un dono”.
Una sola cosa è chiesta: NON RIFIUTARE IL DONO, perché il Padre dà sempre lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono, ci dice Luca al capitolo 11, versetto 13.
È il dono della vita piena; il dono dell’amore che noi non saremmo capaci di vivere; il dono della gioia che spegneremmo altrimenti ogni giorno.
È QUEL DONO CHE CI PERMETTE DI AMARE I FRATELLI E LE SORELLE, confessando INSIEME con loro, UNA SOLA FEDE E UNA SOLA SPERANZA.
È QUEL DONO che ci fa CANTARE a nome di tutte le creature quella lode che confessa CHE IL CREATORE È SIGNORE DELLA NOSTRA VITA.
Nella Liturgia Esequiale, AMO CANTARE CON GRANDE FORZA E CONVINZIONE, un testo che mi fa venire i brividi per la sua bellezza, e che riassume in sé al meglio tutta la nostra FEDE nella risurrezione e nello Spirito Santo: IO CREDO: RISORGERO’!
Un canto che parla della nostra vita, della nostra anima, del Padre e del Figlio. Ma che all’ultima strofa, fa uscire le lacrime, quando intono solennemente:
Spirito della vita,
che abiti nel mio cuore:
rimani in me, Signore,
rimani oltre la morte,
per i secoli eterni.
Io credo: risorgerò,
questo mio corpo vedrà il Salvatore !
Sia Lodato Gesù, il Cristo!