MARTEDI’ XVI^ SETTIMANA T.O. – Matteo 12,46-50 – tendendo la mano verso i suoi discepoli disse “ecco mia Madre e i miei fratelli”

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Matteo 12,46-50

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

L’episodio è sinottico in Marco e Luca, dove si racconta che i suoi di Gesù sono andati per prenderlo, perché era pazzo, per curarlo.

Matteo riferisce lo stesso episodio, però partendo da un’altra ottica.

Per Marco questo racconto è l’apice della crisi del ministero di Gesù, che in Galilea non è capito dal Battista, non è capito dalla sua generazione, i capi del popolo decidono di ucciderlo, decretano che è indemoniano e i suoi dicono che è matto. Il quadro è completo.

Invece Matteo utilizza lo stesso episodio, per dire che questa crisi si risolve positivamente.

In ogni versetto e per 5 volte si parla DI MADRE E FRATELLI, e alla fine FRATELLO, SORELLA E MADRE. È chiaro. Se viene fuori cinque volte madre, cinque volte fratello e alla fine, anche in modo enfatico una sola volta sorella, si sta parlando di una parentela molto stretta.

E con le aggettivazioni ci dice che sono MIEI, TUOI, MIEI. Si sta parlando dei suoi familiari.

Ma ciò che è importante veramente è che in questo brano Gesù ci presenta i discepoli come parte della sua famiglia. Una famiglia non secondo la carne, MA UNA FAMIGLIA SECONDO LO SPIRITO.

Ci insegna una fratellanza, una maternità e una paternità che vanno oltre il sangue e che sono fondate sulla donazione di sé, totale e gratuita, così come gratuitamente siamo stati amati dal Padre.

Anzi non solo in qualche modo fan parte della famiglia, ma la prima espressione e l’ultima che esce è madre: sua madre, mia madre. ED ECCO BRILLARE IL SIMBOLISMO:

  • OGNI DISCEPOLO È CHIAMATO A DIVENTARE MADRE DI DIO, A DARGLI CORPO NELLA PROPRIA VITA, NELLA PROPRIA STORIA.
  • E A DIVENTARE EGLI STESSO CORPO DI CRISTO INABITATO DALLO SPIRITO.
  • E DI CONSEGUENZA, IL DISCEPOLO, IN QUANTO MADRE CHE GLI DÀ CORPO, DIVENTA UGUALE A CRISTO, QUINDI SUO FRATELLO, ED ENTRA IN SENO ALLA TRINITÀ.

Non è la carne o il sangue materiale, ma è la vita stessa di Dio, il sangue di Dio che è il suo Spirito, il suo amore che ci fa consanguinei di Gesù.

E l’amore per Gesù che si esprime nell’ascolto della sua parola e nella messa in pratica della sua parola è ciò che ci fa uguali a Lui, ciò che ci inserisce nella grande famiglia Trinitaria di Dio.

Lo dice Gesù “se uno mi ama e osserva la mia parola, io e il Padre verremo a Lui e prenderemo dimora in Lui”.

Ed è la dignità più alta che l’uomo possa sognare: diventare madre, sorella e fratello del Figlio di Dio. Questa è la prospettiva con la quale si chiude tutta la crisi. E quindi, quella matteana, è una prospettiva positiva.

  • 46Mentre egli parlava ancora alle folle, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori in disparte cercando di parlargli”.

Lo sfondo è la folla. La folla anonima e tra questa folla, all’esterno della folla, ci sono i suoi. Dentro c’è Gesù coi suoi discepoli e fra mezzo c’è un intermediario, che non è dei discepoli, non è dei suoi, è uno della folla.

Ed è a queste persone che si rivolge Gesù. Questa folla rappresenta tutta l’umanità e tutti noi che siamo chiamati a rivelare e a testimoniare la nostra appartenenza cristiana.

Non possiamo restare folla in eterno, ma siamo chiamati a prenderci le nostre responsabilità, dichiarando se siamo con Lui o contro di Lui.

Ne discende che SE SIAMO CON LUI DIVENTIAMO PERSONE AD IMMAGINE DI DIO, SUO POPOLO, SUOI FAMILIARI, CIOÈ MADRI, FRATELLI E SORELLE SUOI.

Ma se non siamo con Lui SAREMO LA FOLLA CHE GRIDA CRUCIFIGE, CIOÈ I FARISEI E GLI ALTRI CHE LO UCCIDONO.

E qualcuno si avvicina a Gesù per avvisarlo che la Madre è lì, insieme ad alcuni parenti.

La risposta di Gesù è immediata “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Ed è anche chiarificatrice: fratelli e madre sono i suoi discepoli, ovvero coloro che hanno accolto la Parola del Signore e si sono messi alla sua sequela. Ascoltare Dio che parla e decidersi a fare la sua volontà.

Ecco l’insegnamento: l’ascolto è propedeutico al «fare la volontà», anzi questa si manifesta in pienezza quanto più si è capaci di tendere l’orecchio del proprio cuore per scrutare i segni della presenza di Dio.

Una nuova famiglia nasce attorno a Gesù. L’immagine di questa nuova cerchia familiare è rafforzata dal fatto che Matteo designa Dio col nome di Padre. Chi fa la volontà del Padre come Gesù, diventa per lui fratello, sorella e madre. Questa comunione ha sopra di sé il Padre celeste e, in mezzo, Gesù come fratello di tutti (18, 20).

Essere discepoli di Gesù è qualcosa di diverso dal possedere un certificato di battesimo. Il discepolo si mostra tale compiendo la volontà del Padre, così come Gesù l’ha annunciata. Solo coloro che sono disposti a impegnarsi totalmente per accogliere e vivere la parola di Gesù appartengono alla famiglia di Gesù.

La fraternità ecclesiale non è frutto di un impegno moralistico o di uno spirito corporativo, ma trae origine e significato dalla fede in Cristo.

Fratello, sorella e madre è chiunque fa la volontà del Padre suo che è nei cieli. Gesù la rivela all’uomo, perché cammini alla sua Luce, perché Essa procede sempre dal cuore, dalla sua volontà e dai suoi desideri di Dio, per il compimento del suo progetto di salvezza in favore di ogni uomo.

Ecco perché chi rispetta questa volontà è da Cristo riconosciuto come suo fratello e sua madre.

La vergine Maria, ovviamente, non entra in questo discorso di Gesù. Di Maria possiamo essere certi che è Sua Madre, non solo perché lo ha partorito ma perché tutta la Sua vita è stata un continuo fare la Sua volontà.

Non risultano allora inopportune le parole di Gesù nel vangelo di oggi. Sono solo una precisazione. Maria non è mai “fuori”, è sempre lì con Lui al di là di dove si trovi fisicamente perché ogni istante della sua vita è stata fare la volontà di Dio.

Gesù le aveva manifestato qual è la relazione che lega Lui al Padre e la Madre sempre ha vissuto questa volontà di Gesù e la volontà di Dio NELLA PIÙ GRANDE OBBEDIENZA E NELLA PIU’ GRANDE RINUNZIA. Lei sa che prima che figlio suo, Gesù è figlio del Padre e al Padre deve obbedienza perfetta.

Per questo Lei si ritira dalla sua vita, lo accudisce, lo serve, si pone al suo servizio, ma rispettando sempre la sua volontà. Noi siamo chiamati a camminare nella luce del Padre, come Maria, come Gesù.

Purtroppo quasi sempre camminiamo secondo la nostra volontà, secondo le opportunità.

Siamo di Dio e di noi stessi, del cielo e della terra, di noi e degli altri, della verità e della menzogna. Per questo motivo siamo infruttuosi. Non siamo dal cuore del Padre. Perché, come al solito, siamo abituati “a dare un colpo al cerchio e uno alla bòtte”, come si suol dire.

NON TUTTI SIAMO QUINDI FRATELLI DI CRISTO, PER LIBERO RIFIUTO.

  • Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre. Il Padre mio che è nei cieli…”, partecipa alla parte di eredità di figli di Dio, aggiungo io.

Padre mio e Padre nostro…. Sono veramente significative le parole di Gesù. Già ci aveva detto che chi ama la madre e i fratelli più di lui, non è degno di Lui.

Le frasi bibliche dimostrano invece, a chi vuol capire, che in base all’eterna Parola di Dio i fratelli di Gesù Cristo si distinguono dalla folla, all’interno della quale le teorie del mondo, supportate e diffuse da satana, tendono a relegarla.

I fratelli di Gesù Cristo sono solo quelli che si comportano secondo gli insegnamenti di Cristo; non quindi tutti!

Scriveva San Girolamo:

  • <<Mi sembra che questo tale che reca la notizia al Salvatore, non porti solo una semplice e casuale notizia, ma tenti di tendergli un’insidia, quasi per vedere se Gesù anteponga alle opere dello spirito i legami del sangue. Il Signore rinuncia ad uscire, non perché non voglia ricevere la madre e i fratelli, ma per respingere l’insidia; e, indicando con la mano i discepoli, dice: … Ecco mia madre: i discepoli che ogni giorno mi generano nelle anime dei credenti. Ecco i miei fratelli: i discepoli che compiono le opere del Padre mio. Non rinnega, come sostengono Marcione e i manichei, la madre, come se volesse far capire di essere stato generato da un fantasma, ma antepone gli apostoli ai vincoli della parentela umana, affinché noi anteponiamo, nel paragone, lo spirito alla carne. “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e desiderano parlarti”, gli dicono. Alcuni immaginano che i fratelli del Signore siano i figli di Giuseppe e di un’altra moglie, seguendo le deliranti affermazioni dei vangeli apocrifi, che inventano l’esistenza di un’altra moglie di Giuseppe, chiamata Melca o Esca. Noi riteniamo, come già abbiamo esposto nel nostro libro contro Elvidio, che i fratelli del Signore non siano affatto figli di Giuseppe, ma cugini del Salvatore, figli della sorella di Maria, cioè della zia del Signore, la quale appunto sarebbe madre di Giacomo il Minore, di Giuseppe e di Giuda, i quali, in un altro Vangelo ( Mc. 6,3) sono appunto chiamati fratelli di Gesù. È d’altra parte consuetudine delle Scritture chiamare fratelli i cugini. Secondo un’interpretazione spirituale, quando il Salvatore parla alle folle si rivolge alle nazioni. Cioè la madre e i fratelli, che sono il simbolo della sinagoga e del popolo giudeo, stanno fuori; desiderano entrare, ma non sono degni di ascoltare la sua parola. Poiché insistono e chiedono, mandando un messaggero, ricevono la risposta che sono liberi e possono entrare, sempre che si decidano anch’essi a credere; tuttavia non potranno entrare se non attraverso la mediazione di altri”>>.

 

Sia Lodato Gesù, il Cristo!