04 aprile 2024 GIOVEDI’ FRA L’OTTAVA DI PASQUA – LUCA 24,35-48 “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 24,35-48

+ In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Gli uomini e le donne che hanno conosciuto Gesù testimoniano la sua risurrezione. Dicono che è venuto vivo verso di loro, che si è offerto ai loro occhi.

Siccome la risurrezione oltrepassa tutti i limiti dell’esperienza terrena, non esistono termini né frasi fatte per ritrasmettere la realtà che tocca queste persone.

I discepoli di Gesù cercano delle parole e delle immagini (già pensando alle domande che verranno poste) per esprimere l’inesprimibile.

Succede la stessa cosa per l’ultimo incontro pasquale con il quale termina il Vangelo secondo san Luca.

L’apparizione di Gesù agli apostoli è strana e tuttavia familiare. Dice loro: “Pace a voi!”.

Ma essi sono colti dalla paura e pensano – come tanti tra coloro che hanno bisogno di una spiegazione – che si tratti di uno “spirito”.

Allora, egli fa toccare loro il suo corpo, e mangia davanti ai loro occhi.

Perché, siccome la fede nella morte e nella risurrezione di Gesù è il fondamento di tutta la predicazione, questa non tollera alcun dubbio.

Gerusalemme, città della morte e della risurrezione, diventa la città dove gli apostoli ricevono lo Spirito promesso e, con lui, la onnipotenza, che fa di loro dei testimoni per tutti i popoli della terra.

Ma veniamo al testo.

Il brano è composto da due parti tra loro chiaramente distinte: la prima dà conto dell’apparizione del Risorto, del suo riconoscimento e della sua reale corporeità; la seconda comprende le parole di spiegazione che Gesù rivolge agli undici insieme all’istruzione circa la testimonianza che dovranno dare.

Il vangelo racconta un altro evento, dopo la visita all’alba delle donne alla tomba vuota (Lc 24,1-11), la corsa di Pietro al sepolcro (Lc 24,12), la manifestazione del Risorto “come un forestiero” (Lc 24,18) ai due discepoli in cammino verso Emmaus (Lc 24,13-35).

Sempre nel medesimo giorno, “il primo della settimana” (Lc 24,1), il giorno unico della resurrezione, ma alla sera, i due discepoli tornati a Gerusalemme sono nella camera alta (Lc 22,12; Mc 14,15), a raccontare agli Undici e agli altri “come hanno riconosciuto Gesù nello spezzare il pane” (Lc 24,25).

E, mentre stavano parlando con Simone, ecco materializzarsi improvvisamente il Risorto.

Luca non lo nomina nemmeno, quasi a dire che è proprio Colui di cui si stava parlando.

Il saluto della pace direttamente ed espressamente rivolto agli undici sembra voler prevenire ogni forma di rigetto o paura in loro.

Non consegna loro parole di rimprovero per la loro fuga al momento del suo arresto, non redarguisce Pietro per il rinnegamento, non dice nulla sul fatto che essi non sono più Dodici, come li aveva chiamati e costituiti in comunità (Lc 6,13 e 9,1), ma solo Undici, perché il traditore se n’è andato.

No, dice loro “…Shalom ‘aleikhem! Pace a voi!”, saluto abituale per i giudei, ma che quella sera risuona con una forza particolare.

Questo saluto, rivolto ai discepoli profondamente scossi e turbati dagli eventi della passione e morte di Gesù, significa innanzitutto “…non abbiate paura!

La reazione è comunque di panico vero e proprio.

Luca rinforza il concetto con una doppia espressione che fa apparire i discepoli più spaventati delle donne.

Sono terrorizzati perché ritengono di vedere un fantasma (la tradizione biblica metteva in guardia dalla pericolosità delle apparizioni di spiriti in seguito a evocazioni o cose simili…).

Ma in questo caso non si tratta di un fantasma, perchè il Signore mangia e beve con noi.

Fratelli e Sorelle, il Signore nostro Gesù Cristo, non è un’idea del passato, un ideale da seguire, MA UNA PERSONA CHE FISICAMENTE, NELL’ANIMA, POSSIAMO INCONTRARE, e DI CUI POSSIAMO FARE ESPERIENZA REALE.

Voi sapete bene che gli evangelisti affermano che solo attraverso dei segni possiamo riconoscere Gesù.

In questo caso due sono i segni che permettono agli apostoli di accorgersi della sua presenza:

  • il racconto entusiasta dei viandanti
  • e la Scrittura letta con intelligenza, cioè alla luce dello Spirito Santo che la ispira.

Il rimprovero che il Signore Risorto, muove a loro, li richiama alla realtà.

La sua presenza è reale, e non appartiene al mondo del sogno, dell’immaginazione o dell’illusione.

E i discepoli sono invitati a riconoscere il loro Maestro, anche attraverso le sue parole «…sono proprio io».

PAROLE CON LE QUALI LUCA INDICA LA CONTINUITÀ TRA IL GESÙ TERRENO E LA NOVITÀ DEL CRISTO RISORTO.

Non è il volto a rivelarlo, bensì le sue mani e i suoi piedi, che portano segni visibili e chiarissimi …quelli della Croce.

Essi sono il segno che Gesù non è semplicemente scampato alla morte.

Ma Colui che è innanzi a loro È COLUI CHE È STATO CROCIFISSO È ORA VIVO, IN UN’ESISTENZA TOTALMENTE RINNOVATA.

La resurrezione ha radicalmente trasformato Gesù, l’ha trasfigurato, reso “altro” nell’aspetto, perché egli ormai “….è entrato nella sua gloria” (Lc 24,26), e può solo essere riconosciuto dai discepoli attraverso un atto di fede.

Quest’atto di fede, però, è difficile, faticoso: gli Undici stentano a viverlo, a metterlo in pratica…

Non a caso Luca annota che i discepoli “sconvolti e pieni di paura, credono di vedere uno spirito”, ALLO STESSO MODO CON CUI I DISCEPOLI SUL CAMMINO DI EMMAUS CREDEVANO DI VEDERE UN PELLEGRINO.

Allora Gesù li interroga “…perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che io ho”.

Nel dire questo, mostra loro le mani e i piedi con i segni della crocifissione.

Fratelli e Sorelle, il Risorto non è altro che colui che Gesù crocifisso.

Questa ostensione da parte di Gesù delle sue mani e dei suoi piedi trafitti per la crocifissione È UN GESTO CHE RIVELA AI SUOI DISCEPOLI CHE POTRANNO INCONTRARLO INNANZITUTTO NEI SEGNI DELLA SOFFERENZA, DEL PATIRE E DEL MORIRE.

E QUESTO PERCHÈ, LA CARNE PIAGATA DI CRISTO, È LA CARNE PIAGATA DELL’UMANITÀ, È LA CARNE DEL POVERO, DELL’AFFAMATO, DEL MALATO, DELL’OPPRESSO, DELLA VITTIMA DELL’INGIUSTIZIA DELLA VIOLENZA-

FRATELLI E SORELLE, FACCIAMO BENE ATTENZIONE PERCHÈ, SENZA QUESTO INCONTRO NELLA CARNE DEI SOFFERENTI, NON SI INCONTRA CRISTO, E LA STESSA RESURREZIONE RESTA UN MITO.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!