29 novembre 2024 venerdì 34’ settimana p.a. B – LUCA 21,29-33 “Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).
Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”
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Dal Vangelo secondo LUCA 21,29-33 |
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Parola del Signore
Mediti…AMO Marco 4,34 “4Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa”. |
Il vangelo di oggi ci presenta le raccomandazioni finali del “Discorso Apocalittico”, attraverso due riflessioni che compongono questo testo:
- una parabola sui segni premonitori della fine dei tempi (Lc 21,29-31),
- e una sentenza enigmatica sulla venuta prossima del regno di Dio (Lc 21,-32-33).
Occorre interpretare i segni dei tempi, così la nostra vita e il nostro senso cristiano di esisterte, per non “imbalsamare” il Vangelo, arroccandosi sulle nostre convinzioni umane, ma a leggere la nostra storia, e le vicende umane,, alla luce del Vangelo per confrontarsi con il mondo.
Il Vangelo certamente è sempre lo stesso, come lo è il Signore, ieri oggi e sempre, ma noi siamo cambiati.
E il mondo ha bisogno di sentir pronunziare parole nuove, per raccontare le immutate verità su Dio e sull’uomo, che la Chiesa professa da duemila anni.
Ma questo richiederebbe l’umiltà di avvicinarci alla Parola “sine glossa”, e a mettere da parte le nostre umane opinioni per riascoltare la voce di Dio, che sussurra ai nostri orecchi, lo scorrere del tempo, attraverso segni visibili nella Creazione, quali il germogliare degli alberi in primavera.
Gli eventi evocati da Luca nel capitolo 21, del suo Evangelo, sono segni premonitori della fine del mondo: guerre, persecuzioni dei credenti, terrore e morte (Lc 21,26-27).
Tra l’altro segni sempre presenti nel mondo, grazie alla cattiveria dell’uomo.
La vita dell’essere umano è un movimento che, da una parte va verso una comprensione e una scoperta sempre più grande del mondo, dall’altra va verso la morte e la sua disperazione.
Anche se queste espressioni si riferiscono soprattutto alle realtà escatologiche, è importante notare che, in qualche misura, il cielo nuovo e la terra nuova sono già qui, nel cuore di quelli che credono, impegnandosi a testimoniare l’Amore di Dio in mezzo a noi.
Con la morte e la risurrezione di Gesù, la novità della GRAZIA, fa saltare le vecchie incrostazioni di peccato e di morte, e la “Gerusalemme nuova” è già una realtà sponsale nella Chiesa santa e in tutti quelli che realizzano la santità.
Essi dunque convertono la vita, giorno dopo giorno, nell’impegno di perdere il vecchio lievito dell’egoismo, per trovare e vivere la realtà del dono gratuito di sé nello stile delle beatitudini.
La veste sponsale risplende già nel cuore dei puri, dei miti, di quelli che operano la pace e la donano, che non mendicando amore, ma lo donano.
E la morte e la risurrezione di Cristo ci fanno comprendere che la vita umana e terrena va silenziosamente verso la sua rovina ed è precisamente dopo la morte di Cristo che rifulge il messaggio di una vita nuova in Dio, che si manifesta in maniera luminosa a Pasqua e che ci dà la gioia di vivere.
Il segno della croce di Cristo è il segno dell’amore di Dio per l’uomo e della salvezza che gli viene accordata.
Tutta la vita dell’uomo è circondata da misteri divini.
Ecco allora che occorre leggere i segni dei tempi, cioè capire -tenendo in una mano- IL VANGELO, trovando quelle parole che non passano, mentre “leggiamo” nell’altra, le vicissitudini della storia e le contraddizioni degli uomini.
Come ho già detto, Fratelli e Sorelle, l’Evangelo è SEMPRE lo stesso, SEMPRE il Signore ci ama, ma cosa e come proporre oggi agli uomini, perché scoprano Dio, è frutto delle nostre scelte e umili.
E oggi, che il nostro mondo si rivela in cattivo stato, la fiamma della speranza in Gesù Cristo – che ci ha salvato morendo sulla croce – deve continuare a brillare nei nostri cuori, perché il SUO AMORE, è più forte della morte.
In questo mondo tutto passa come i fiori di primavera. Così avviene anche dell’uomo. Questo ci procura afflizione, ma la risurrezione di Gesù ci dà una speranza nuova: quella della vita eterna in Dio
Il Signore ci chiede di contemplare, con attenzione, i fenomeni della natura, per imparare come leggere ed interpretare le cose che stanno avvenendo nel mondo.
I germogli sul fico sono un segno evidente che l’estate è ormai vicina.
Così quando appaiono i sette segnali sono una prova che “il Regno di Dio è vicino!”
Fare questo discernimento, certamente, non è facile.
Una persona sola non si rende conto di questo.
Ma io credo che riflettendo insieme, come comunità, appare la luce.
E LA LUCE È QUESTA: dobbiamo “leggere” con saggezza tutto ciò che il tempo sapientemente, “come portavoce di Dio”, annunzia, evitando di rinchiudersi nel presente.
Ma mantenendo sempre aperto il nostro sguardo sull’orizzonte, per percepire -in tutto ciò che succede- il manifestarsi di quella freccia che ci indica il futuro.
Ben sapendo che l’ora esatta della venuta del Regno, nessuno la conosce.
Nel vangelo di Marco (in Mc 13,32), Gesù arriva a dire “Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre!“.
Ma noi siamo sereni, perché abbiamo, inscritta nel cuore, una immenza, granitica, certezza: Gesù è già in mezzo a noi (Mt 28,20).
E’ già accanto a noi, nella lotta per la giustizia, per la pace e per la vita.
Ma la pienezza non è ancora giunta.
Per questo, ci racconta Paolo di Tarso, con grande convinzione, noi aspettiamo con perseveranza la liberazione dell’umanità e della natura (Rm 8,22-25).
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Chiedo al Signore IDDIO ti Benedica…
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!