“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 5,1-20
+ In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti SCONGIURO, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo SCONGIURAVA con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo SCONGIURARONO: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a PREGARLO di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo SUPPLICAVA di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore
Mediti…AMO
Vogliamo iniziare leggendo i primi cinque versetti di Marco 5. In questo brano, troviamo un uomo posseduto da uno spirito immondo, ma subito dopo, scopriamo che sono in tanti, questi spiriti.
In questo passo del Vangelo, per cinque volte, incontriamo il verbo “supplicare\pregare” usato nel rivolgersi a Gesù.
In primo luogo sono gli spiriti malvagi – che sono molte legioni – a supplicare Gesù di non cacciarli via da quella regione.
Nel paese dei Geraseni, paese pagano, essi regnano da padroni. Ma sanno bene che stanno dinanzi a Cristo e che non possono più far nulla, perchè Gesù ha ogni autorità, ha ogni potere.
Come vediamo ripetutamente negli Evangeli, tutto e tutti sono soggetti a Gesù Cristo, e anche tutta la natura e tutti gli uomini sono sotto l’autorità di Gesù Cristo.
Come anche tutti gli spiriti, buoni e cattivi, sono sotto l’autorità di Gesù Cristo, perchè nulla e nessuno può ostacolare l’opera di Dio in noi.
Al comando del Signore, di uscire dal quel poveruomo, questi spiriti malvagi supplicano Gesù di mandarli via, sotto le sembianze di un branco di porci, e Cristo li esaudisce, perché per lui la liberazione di una persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, è molto più preziosa dell’eventuale perdita di un branco di animali.
E fu così che circa duemila porci precipitarono nel mare.
Probabilmente, Fratelli e Sorelle, anche i porci, forse, mal tolleravano la presenza degli spiriti, per questo si può ipotizzare che impazzirono gettandosi nel mare.
Ed è anche legittimo ipotizzare che questa fine fu immagine DI UNA IMMENSA TRAGEDIA ECONOMICA per i Geraseni, che subito inviarono una delegazione per supplicare Gesù di andarsene dalla loro regione, perchè non erano disposti a sacrificare i loro beni materiali come riscatto per la liberazione di un uomo dal demonio (per essi era meglio possedere i duemila porci).
Ma essi fanno anche un’altra scelta: PREFERISCONO I LORO BENI A GESÙ, FIGLIO DI DIO ED ALLA SALVEZZA DI UN SOLO INDEMONIATO.
Fratelli e Sorelle, è davvero triste vedere Gesù messo alla porta, anche se molto educatamente.
Ma bisogna considerare che essi hanno una scusante: non sanno ciò che fanno, poiché sono pagani.
Ma è ancora più triste vedere oggi Gesù messo alla porta, in un paese “cristiano”, da famiglie “cristiane”, da persone che si dicono cristiane, ma che non sono disposte ad amare Dio più delle ricchezze.
Ma torniamo al testo odierno.
Dove arriva Gesù e il messaggio del Regno, il Maligno arretra: così ammalati, indemoniati, che molto spesso erano afflitti malattie allora sconosciute e temute come l’epilessia, vengono guariti: è il segno evidente del trionfo di Dio sulla tenebra.
E la guarigione dell’indemoniato nella regione dei Gerasèni ci offre lo spunto per annotare una curiosa caratteristica di Marco, Evangelista “che va al sodo”, come Pietro suo Maestro.
Marco afferma che gli indemoniati si fanno del male: si percuotono con pietre, si gettano nel fuoco, dimorano nei cimiteri.
Ovvero, ci dice che là dove c’è il demonio, c’è autolesionismo, perchè porta a farci del male.
Una curiosità.
Se noi consideriamo attentamente tutto il Nuovo Testamento, vedremo che gli spiriti immondi vengono menzionati ripetutamente negli Evangeli, quando Gesù era presente, e poi, due volte nei primi capitoli degli Atti (nei capitoli 5 e 8), quando gli Apostoli dovevano mostrare al mondo che erano da Dio.
Però poi, in tutte le Epistole, da Romani a 3Giovanni, non troviamo menzionati gli spiriti immondi.
Solo in 2Corinzi 12, Paolo menziona che Dio gli aveva dato uno angelo di Satana per schiaffeggiarlo, affinché non fosse superbo.
Ma sono proprio assenti insegnamenti che riguardano spiriti immondi che in qualche modo possiedono persone.
Quello che è abbastanza frequente negli Evangeli, è assolutamente assente nelle epistole.
Cioè, noi non troviamo mai nelle epistole alcun insegnamento che riguarda demoni, è assolutamente in nessun insegnamento che parla di comandare o scacciare Satana o i demoni.
L’unico insegnamento a riguardo è 1 Pietro 5,8-9:
- “8 Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. 9 RESISTETEGLI saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.”
Se notate, non dice nulla di scacciare o comandare Satana. Dice solo di resistere Satana, e il modo di farlo è stando fermi nella fede, ovvero, tenendo gli occhi su Gesù Cristo.
Ma perché l’indemoniato chiede di non essere tormentato?
Perché gli spiriti che lo possedevano e lo dominavano sanno bene che la sola presenza di Gesù è l’irruzione della luce nel mondo delle tenebre, è la fine della schiavitù.
È la vita nuova che irrompe per liberare dai ceppi e dalle catene spirituali tutti coloro che vivono come morti viventi, è l’ora della liberazione dei prigionieri e della punizione degli spiriti carcerieri.
GESÙ, DUNQUE, RAPPRESENTA LA ROVINA E LA FINE DI QUEGLI SPIRITI, CHE A RAGIONE SONO PROFONDAMENTE TURBATI PER L’IMMINENTE GIUDIZIO DI DIO.
Ben lo vediamo nei capitoli 1 e 5 di Marco:
La prima volta che Gesù entrò in una sinagoga s’imbatté in uno spirito impuro (MARCO 1,21-28).
Allo stesso modo, la prima volta che entra in terra pagana s’imbatte in uno “spirito impuro” (MARCO 5,1-20)
Ma facciamo bene attenzione che esiste una differenza:
- L’indemoniato della sinagoga viveva integrato nell’istituzione religiosa; provocato dall’insegnamento di Gesù, manifesta apertamente se stesso.
- A Gerasa, in territorio pagano, il comportamento dell’uomo posseduto manifesta la sua rottura con la società.
Vediamo ora cosa fa l’uomo guarito dalla possessione: “[18] Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. [19] Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te»”.
Mentre gli oppressori vogliono allontanare Gesù, l’uomo liberato manifesta il suo desiderio di vivere con lui.
Alla fine è il posseduto, una volta guarito, a supplicare: egli chiede a Gesù di poterlo seguire. Ma il Signore non accetta e lo manda in missione, a casa sua.
E questo perchè Gesù è cosciente che non è ancora arrivato il tempo dei pagani; questa sarà la missione dei discepoli.
POICHÉ NON TUTTI COLORO CHE HANNO INCONTRATO CRISTO HANNO LA STESSA VOCAZIONE. MA TUTTI DEVONO ANNUNCIARE LA MISERICORDIA DEL SIGNORE.
Una curiosità geografica, per capire meglio.
Il vangelo di Marco è il più antico tra i vangeli sinottici, per cui è legittimo chiedersi dove Marco abbia attinto questa storia.
Molti studiosi hanno sostenuto che abbia attinto alla tradizione, altri che abbia costruito integralmente questa storia a fini apologetici della divinità di Gesù e c’è chi pensa sia una storia reale ma non vera.
È verosimile che Marco si sia ispirato a Isaia 65,1-4 in cui viene denunciata la venerazione dei morti e l’impurità del popolo d’Israele con le immagini delle tombe e dei cibi impuri come atti di ribellione contro Dio.
Comunque si tratta di un racconto, ricco di insegnamenti, che delinea il carattere salvifico e liberatorio di Gesù, nei confronti di quanti ha incontrato lungo le vie della Palestina e di coloro che odono, ascoltano e ricevono il suo evangelo.
Vediamo che Gesù attraversa il Lago di Tiberiade o Mar di Galilea, che dir si voglia, e sbarca nel territorio pagano della Decapoli (Dekápolis, “dieci città”), abitato nel corso della storia dai greci e poi anche dagli occupanti romani.
QUINDI DA UNA POPOLAZIONE PREVALENTEMENTE DI GENTILI, DI PAGANI CONSIDERATI IMPURI.
Non c’è accordo nei manoscritti greci sulla località del racconto:
- Matteo parla di Gadara (8,28),
- Luca cita Gerasa (8,26) seguendo la linea di Marco (5,1).
Comunque, sono due città molto distanti dal Lago di Tiberiade che mal si conciliano con il racconto dei porci che precipitarono nel lago.
ORIGENE, INVECE, CHE INDIVIDUA LA LOCALITÀ IN GERGESA, RIFERISCE DEL PAESE DEI GERGESENI O DEI GHIRGASEI, che troviamo in Genesi 10,10-16:
- “10 L’inizio del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese di Sennaar. 11Da quella terra si portò ad Assur e costruì Ninive, Recobot-Ir e Càlach 12 e Resen tra Ninive e Càlach; quella è la grande città. 13 Egitto generò quelli di Lud, Anam, Laab, Naftuch, 14 Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei. 15 Canaan generò Sidone, suo primogenito, e Chet 16 e il Gebuseo, l’Amorreo, IL GERGESEO.”
Ma nel 1928, alcuni scavi archeologici, avrebbero identificato il luogo del precipizio dei porci, nella località di Mogà Adla, nel territorio della città di Kursi, che con Gerasa (o Kerasa) aveva in comune tre lettere (KRS).
Ci sarebbe stata,quindi, una errata interpretazione di quelle lettere.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!