“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 9,18-22
+ Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nella storia della cristianità, fra le innumerevoli schiere di martiri e santi, spiccano in ogni periodo storico delle figure particolari, che nel proprio campo di apostolato, sono diventate dei colossi, su cui si fonda e si perpetua la struttura evangelica, caritatevole, sociale, mistica, educativa, missionaria, della Chiesa.
E fra questi suscitatori di Opere, fondatori e fondatrici di Congregazioni religiose, pastori zelanti di ogni grado, si annovera la luminosa figura di san Vincenzo de’ Paoli, che fra i suoi connazionali francesi era chiamato “Monsieur Vincent” (nacque a Pony presso Dax, Francia, 1581 e morì a Parigi, Francia, 27 settembre 1660 e fu canonizzato nel 1737), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti.
Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti.
Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).
Diceva ai sacerdoti di S. Lazzaro «Amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, col sudore del nostro volto».
Per lui la regina di Francia inventò il Ministero della Carità, e da insolito «ministro», organizzò gli aiuti ai poveri su scala nazionale.
Verso la fine di luglio 1605, mentre viaggiava per mare da Marsiglia a Narbona, la nave fu attaccata da pirati turchi ed i passeggeri, compreso Vincenzo de’ Paoli, furono fatti prigionieri e venduti a Tunisi come schiavi.
Vincenzo fu venduto successivamente a tre diversi padroni, dei quali l’ultimo, era un frate rinnegato che per amore del denaro si era fatto musulmano.
La schiavitù durò due anni, finché riacquistò la libertà fuggendo su una barca insieme al suo ultimo padrone da lui convertito; attraversando avventurosamente il Mediterraneo, giunsero il 28 giugno 1607 ad Aigues-Mortes in Provenza.
Ad Avignone il rinnegato si riconciliò con la Chiesa, nelle mani del vicedelegato pontificio Pietro Montorio, il quale ritornando a Roma, condusse con sé il vecchio padrone.
Ma veniamo al testo evangelico odierno, che ci mostra un momento importante nella narrazione di Luca, che arriva a focalizzare una risposta circa il mistero dell’identità di Gesù: “Chi è Costui?”.
L’interrogativo se l’erano posto, stupiti, quelli di Nàzareth, poi quelli di Cafarnao, gli scribi e i farisei, perfino i commensali quando la donna peccatrice gli lavò i piedi e, piangendo, glieli asciugò con i suoi capelli.
Se la era posta lo stesso Erode che, invidioso di lui, “cercava di vederlo”, e s’interrogava sul suo conto.
Ma ora è Gesù stesso che pone la domanda e – fatto importante da considerarsi- la pone in un contesto di preghiera.
La preghiera, infatti, scandisce sempre i momenti decisivi della sua missione e nel contempo è il luogo solitario e intimo del suo amore verso il Padre, quell’amore del quale è venuto a renderci partecipi.
Il luogo geografico in cui si svolge il fatto è Cesarea di Filippi, ma all’evangelista interessa il luogo teofanico, cioè questo stare di Gesù in intimo colloquio con il Padre che coinvolge pure noi.
È il luogo dove Lui c’interpella e si rivela, ovvero è nella preghiera che cessano le nostre domande e ascoltiamo la sua: “E tu, chi dici che io sia?”
È Lui stesso che prende l’iniziativa ed esige una nostra risposta personale.
Il vero discepolo non mette mai in questione Gesù, ma accetta d’essere messo in questione da Lui.
Ma per farsi mettere in questione, occorre far tacere ogni inutile domanda, in noi, per ascoltare la sua nelle profondità del cuore, imparando progressivamente ad abbandonarsi senza riserve alla spinta del Suo Amore che mormora incessantemente al nostro cuore “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente!”.
Ma torniamo al testo che ci mostra i discepoli che, nel Vangelo, si fanno portavoce della gente, che riconosce in Gesù il Battista, o Elia, o uno degli antichi profeti
Da cio è facile constatare la distanza che separa Dio dagli uomini: DIO È TUTTO SBILANCIATO VERSO IL FUTURO, VERSO LA PIENEZZA DI GLORIA; mentre gli uomini sono rivolti ai profeti antichi, a un passato che non c’è più.
La promessa di Dio, di gloria e di pace, è il desiderio di ogni uomo: ma in quei nomi, “Giovanni Battista…Elia…uno degli antichi profeti”, sembra di poter leggere la disillusione di ogni generazione, che ha visto morire di morte violenta i suoi sogni di giustizia e di pace.
Purtroppo è uguale anche il nostro modo di pensare.
Ma ecco che una esclamazione, come un lampo, strappa il velo della disillusione, la nebbia dello scoraggiamento “Il Cristo di Dio!”
Gesù non è un profeta del passato, già ucciso, né il Messia del futuro ancora da venire: EGLI È LA PIENEZZA DELLA GLORIA E LA PACE DI ADESSO, ORA, AL PRESENTE…QUI, IN MEZZO A NOI, FINO ALLA FINE DEI SECOLI…
Egli è la realizzazione della promessa di Dio e del desiderio degli uomini: ma il nemico antico, quel demonio del quale oggi nessuno parla più, non si alzerà ancora una volta per combattere contro la pace che Gesù è venuto a portare?
Certamente, anzi Gesù stesso subito lo predice “gli anziani, i sommi sacerdoti e gli scribi” di turno lo faranno ancora una volta molto soffrire, fino a metterlo a morte… ma il terzo giorno risorgerà”.
Il desiderio di pace è incancellabile dal cuore degli uomini, ma instancabile è anche l’opera del male, che quel desiderio cerca di relegare al passato, facendolo sembrare impossibile: GESÙ VIENE A REALIZZARE OGGI LA PROMESSA DI PACE, PER CHIUNQUE VOGLIA SEGUIRLO, PRENDENDO LA SUA CROCE.
PER CHIUNQUE CIOÈ TRASFORMI IL MALE PRESENTE, IN BENE, RISPONDENDO CON DETERMINAZIONE AL MALE CON QUEL BENE CHE DIO CI HA MOSTRATO.
Centinaia e centinaia di persone in Palestina s centinaia di persone si sono radunate per ascoltare le parole del Nazzareno.
Così non è accaduto nemmeno per il Mahatma Gandhi o per il grande Alessandro Magno…
La voce di un profeta dei nostri giorni, Frère Roger:
- “Quando la semplicità è intimamente associata alla bontà del cuore, un essere umano anche del tutto sprovvisto può creare attorno a sé un terreno di speranza”.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!