“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 23,23-26
+ In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!». Parola del Signore
Mediti…AMO
Santa Monica nacque a Tagaste, attuale Song-Ahras, Algeria, c. 331 e morì a Ostia, Roma, nel 387.
Con l’assidua fiduciosa preghiera e le sue lacrime di implorazione ottenne la trasformazione spirituale del figlio Agostino.
Nel libro delle «Confessioni» è delineata la sua figura di madre cristiana e di contemplativa, attenta ai bisogni degli umili e dei poveri.
Il colloquio fra Monica e Agostino ci apre la profondità del suo spirito tutto proteso verso la patria del cielo.
Nobile esempio d’amore materno, prega per oltre vent’anni, senza perdere mai la speranza, perché il figlio si converta.
Madre di Sant’Agostino d’Ippona, Santa Monica nasce a Tagaste (Algeria) nel 331 da agiata famiglia cristiana.
Saggia e virtuosa, incline a una profonda vita spirituale, studia la Bibbia. Monica è uno dei rari casi di donne a cui viene concesso di leggere e meditare sulle Sacre Scritture.
Data in sposa a Patrizio, un modesto pagano, lei sopporta per tanti anni, con pazienza e dedizione, il suo carattere collerico e autoritario. Hanno tre figli, Agostino è il maggiore.
Il marito si ammala e nell’ora della morte si converte e viene battezzato.
Monica rimane vedova a trentanove anni e deve allevare i figli da sola.
Agostino, pur volendo bene alla madre, non le risparmia afflizioni e inganni, ed è un giovane ribelle.
Si lascia guidare dagli amici che lo consigliano male, rifiutando le amorevoli raccomandazioni di sua madre che cerca di ricondurlo sulla retta via.
Agostino, studente a Cartagine, ha un figlio da un’ancella con la quale convive.
La madre, severa con lui, vorrebbe riportarlo all’educazione cristiana dell’infanzia e soffre quando Agostino aderisce alla Chiesa manichea (una religione orientale), tentando di coinvolgere lei e i fratelli.
Nel 383 Agostino vuole raggiungere l’Italia per insegnare retorica (arte di scrivere e parlare bene). La madre crede di partire con lui ma il figlio, con l’inganno, parte con la compagna, lasciandola a Cartagine.
Monica, dopo aver versato tante lacrime, lo perdona e, decisa a ritrovare Agostino, lo segue imbarcandosi per l’Italia, senza stancarsi mai di pregare per la conversione dell’amato figlio.
Nel 385 Agostino, in crisi, smarrito dall’incoerenza della Chiesa manichea, si trova a Milano dove Sant’Ambrogio lo convince a frequentare la sua scuola.
Monica incontra il figlio e sente che, dopo vent’anni, le sue preghiere sono state ascoltate; felice lo sostiene, lo guida, fino alla conversione.
Dopo il Battesimo, Agostino, assieme alla madre, vuole tornare in Africa per cominciare la sua vita monastica.
In attesa di rimpatriare, si fermano a Ostia. Per Agostino, uomo dal passato tempestoso, inizia un periodo di profonda riflessione. A contatto con la madre assimila i suoi insegnamenti e la sua fede.
Riconoscente le dice: «Tu madre mi hai generato due volte». Inaspettatamente Monica si ammala e il figlio la veglia fino all’ultimo.
Dopo nove giorni Monica si spegne a Ostia il 27 agosto 387. Protegge tipografi, donne sposate, madri e vedove.
Ma veniamo al testo evangelico odierno, che ci mostra il Signore, che sta parlando contro IL COMPORTAMENTO degli scribi e dei farisei: non ha di mira le loro persone, quanto il comportamento e la pretesa di essere le guide religiose del popolo.
Il vero pastore è colui che dà la vita per le pecore, non chi pretende di caricare di inutili pesi e di vuote tradizioni esteriori le spalle della povera gente.
L’amore di Gesù per la gente è davvero grande e non può sopportare che il popolo sia schiacciato dal peso delle tradizioni esteriori che gli scribi e i farisei, anche in nome di Mosé, impongono alla gente.
Lo spirito farisaico, invece di aprire, sbarra le porte alla felicità e opprime la vita della gente e nulla a che vedere con Gesù che è venuto a liberarli da questo giogo pesante.
Il Vangelo di Matteo SI APRE CON LE SETTE BEATITUDINI (Mt 5) E SI CHIUDE CON I SETTE GUAI (Mt 23).
Le sette maledizioni che si susseguono con un ritmo incalzante sono tese appunto a smascherare la falsità di chi pretende di essere pastore affermando se stesso sugli altri, magari imponendo norme e pratiche esteriori che non nascono da un cuore misericordioso e buono come è quello del Signore.
- L’evangelista ci dice che è facile lasciarsi prendere dallo spirito farisaico:
- l’egocentrismo porta a pensare solo alla propria felicità bloccando quella degli altri;
- l’attaccamento “all’oro del tempio” e “all’offerta che vi sta sopra” fa perdere di vista il Signore;
- l’amore per se stessi fa dimenticare la misericordia e spinge a “filtrare il moscerino e ingoiare il cammello”;
- l’orgoglio porta ad essere come “sepolcri imbiancati” e “guide cieche”.
La salvezza dal fariseismo (CHE COLPISCE ANCORA ANCHE NOI!!!) sta nell’accogliere prontamente la parola di Dio custodendola e mettendola in pratica.
È lo stile di chi si nasconde dietro una bella maschera PERCHÉ HA PAURA DI MOSTRARE LA SUA FRAGILITÀ, DIMENTICANDO CHE DIO SI MANIFESTA NELLA DEBOLEZZA DELLA CARNE.
È mancanza di lealtà, una contraffazione della realtà che chiude l’uomo in una strada senza uscita.
Dio è pronto ad accogliere con tenerezza i peccatori e dona il perdono a quanti lo chiedono.
Ma, MAI DOBBIAMO DIMENTICARE CHE… PER OTTENERE IL PERDONO, OCCORRE CHIEDERLO; E PER CHIEDERLO DOBBIAMO PRIMA RICONOSCERLO.
E l’ipocrisia blocca sul nascere questo processo di conversione.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!