23^ DOMENICA DEL T.O. – Marco 7,31-37 Ha fatto bene ogni cosa
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse «Effatà», cioè «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore
Mediti…AMO
La FEDE si sa viene dall’ascolto E L’ASCOLTO PORTA PER SÉ STESSO ALL’ANNUNCIO. Quindi occorre poter ASCOLTARE, per poter POI ANNUNCIARE.
Allora guardiamo bene questo prodigio: stanno verso Tiberiade, verso il mare di Galilea, e conducono un sordomuto pregando Gesù di imporgli la mano.
Qual è la pena del sordomuto, oltre a quella di non poter sentire e di non poter parlare?
Certamente non può adempiere a quel comandamento, a quel precetto fondamentale della Torah, che dice “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo” (Dt 6,4).
NON PUÒ ASCOLTARLO PERCHÉ NON HA LE ORECCHIE PER SENTIRLO E QUESTA MENOMAZIONE GLI IMPEDISCE DI ASCOLTARE LA PROCLAMAZIONE DELLA TORAH, CIOÈ QUELLO CHE DIO VUOLE DIRE AL SUO POPOLO.
Ma peggio ancora, c’è un altro precetto importante, importantissimo, che ricorre costantemente nella Torah, che è il precetto che comanda a tutti gli israeliti di TRASMETTERE la fede dei padri ai figli.
Questa stessa preghiera “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo”, ad un certo punto dice “ripeterai questi precetti, queste parole ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti alzerai, quando ti coricherai” (Dt 6,7).
Il sordomuto non può adempiere neanche a questo importante fondamento DELLA FEDE DI ISRAELE, quello di trasmettere la fede, di raccontare, di regalare alle generazioni che vengono questa offerta di grazia che Dio ha pensato per il suo popolo.
ED È MERAVIGLIOSA LA SIMBOLICA DEL PARALLELISMO CHE NE DISCENDE:
Portare un sordomuto davanti a Gesù, equivale a portare davanti a Gesù UN POPOLO che, nonostante veda Gesù predicare e fare miracoli in Israele, NON PUÒ PIÙ ASCOLTARE E NON PUÒ PIÙ PARLARE, costretto com’è dalle molte schiavitù che viveva in quel tempo:
- c’erano i romani,
- erano impedite loro molte cose,
- lo stesso culto a Gerusalemme viveva una certa difficoltà a causa di due Sommi Sacerdoti,
Allora, questo popolo Israele va incontro a Cristo, a questo Messia che sta aspettando, con questa difficoltà di fondo: NON PUÒ ASCOLTARE, NON PUÒ PARLARE.
In un mondo in cui tutti parlano e anche “a vanvera” e si attardano in sciocchezze di ogni genere, Gesù ci invita ad ascoltare SOLO LUI, PAROLA ETERNA ED ULTIMA DI DIO.
Una PAROLA che non confonde le idee, che non inganna, ma che è piena di contenuto, perché ESSA È “IL CONTENUTO”, pieno di verità vera e di eternità.
Già così possiamo iniziare ad intuire il comportamento di Gesù nei confronti di questo povero ammalato nel corpo e di conseguenza nello spirito, poiché la sua malattia fisica era, in quei tempi, conseguenza della malattia morale e spirituale, quindi manifestazione visibile del peccato.
Gesù “lo prese con sé in disparte, lontano dalla folla“, nel silenzio, diremmo noi… E QUESTO PERCHÉ LA FEDE È UN DONO DI DIO PERSONALE REGALATO NEL SILENZIO, NELLA PREGHIERA, E DALL’ESSERE IN DISPARTE CON GESÙ.
Poi “gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua“… A SIGNIFICARE QUANTO SIA IMPORTANTE L’ASCOLTO E LA PAROLA PER ACCOGLIERE ED ANNUNCIARE LA GIOIA DI QUELL’INCONTRO CON IL CRISTO -NELLA FEDE- CHE È VITA E RINASCITA.
Infine “guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse «…Effatà», cioè «…Apriti!” l’atto conclusivo di questo cammino di fede È APRIRSI A DIO, una volta che Lui ci ha donato sé stesso. Se in noi manca questa apertura a Dio con tutto il nostro cuore, la nostra Fede e la nostra religione sono destinate a morire.
Noi non sappiamo cosa il sordomuto avesse chiesto. L’Evangelo non ce lo dice:
- se avesse chiesto l’udito e la voce “secondo il mondo”,
- oppure se avesse chiesto di poter comprendere la Parola di Dio per poi poterla testimoniare.
La testimonianza che diamo di Cristo è il risultato della Fede che noi abbiamo in Lui e non viceversa, ovvero nelle nostre opere e nella nostra testimonianza, affinché portino alla Fede.
L’apostolo Paolo nella lettera ai Romani esponendo un concetto simile, dice in Romani 10,17 “Così la fede viene dall’udire, e l’udire si ha per mezzo della Parola di Cristo”.
L’imposizione delle mani, o in questo caso delle dita, deve essere intesa quale segno del fatto che egli, come ognuno nel mondo, si trova nelle Mani del Signore, sia che se ne accorga o meno, ed ha parte alla Sua Grazia e Misericordia, in un modo o nell’altro, vale a dire per il Cielo oppure, se lo preferisce, anche soltanto per il mondo.
SEMBRA PERÒ CHE IL SORDOMUTO DESIDERASSE ESSERE TESTIMONE DELLA PAROLA DEL SIGNORE; ECCO PERCHÉ, SIMBOLICAMENTE, IL SIGNORE ALZA GLI OCCHI AL CIELO QUASI INVOCANDO LA SAPIENZA DIVINA CHE SOLO LUI PUÒ ELARGIRE AGLI UOMINI DAL CUORE UMILE E PIENO D’AMORE.
E possiamo accorgerci anche noi quanto sia difficile parlare con la bocca secca e IL SIMBOLISMO CHE SI METTE A BRILLARE: quest’ultima viene bagnata dalla saliva del Signore, per ottenere quella scioltezza e quella sicurezza nella Parola che solo coloro che sono una cosa sola con il Signore possiedono.
Infatti si dice che quest’uomo parlava correttamente. E per “correttamente” si deve intendere che ben parlava “…secondo la Volontà di Dio”.
Noi sappiamo che la conoscenza da sola non serve a nessuno, ma ad essa deve seguire sempre l’azione.
Per accorgersi del Dio che ama, l’uomo deve guarire dalla sua sordità, dalla sua mancanza di ascolto, dalle sue chiusure e, a causa di ciò, da tutto quello che lo affligge nella sua vita: egoismo, autoreferenzialità, arroganza, supponenza, l’uomo deve “aprirsi”.
Come Gesù dice al sordomuto “…Effatà“, così l’uomo deve acquistare la capacità di ascoltare LA PAROLA VERA, quella che ci apre all’eternità e allora, solo allora, permette di poter dire qualcosa di buono, di vero, di eterno
SOLO ASCOLTANDO SI DIVENTA CAPACI DI RISPOSTA, DI PAROLA.
E con commozione questo mi fa pensare non solo allo “Shemà Isra ‘El, hebèt Adonaj“, ma al nuovo Israele che ha inizio dall’ascolto di una povera e piccola vergine che decide di rispondere al suo Creatore.
Mi fa pensare ad una storia parallela all’ascolto della Vergine Maria, a quella di Zaccaria che, pur avendo lo stesso privilegio di Maria nella visita angelica, non ascoltò veramente le parole dell’angelo ma, pensando ai suoi progetti, metteva paletti e impossibilità. E divenne COSÌ MUTO ED INCAPACE DI QUALSIASI PAROLA.
E nella bontà e nella Misericordia di Dio, guarirà da questo mutismo riflettendo e assentendo al progetto di Dio, grazie all’imposizione del nome a suo figlio Giovanni, il cui significato è proprio “Dono di Dio“.
Interessante è anche –dopo l’annuncio della nascita di Gesù– l’atteggiamento di Maria, che non è quello di dire o spiegare ciò che le è accaduto ma quello di SERBARE “NEL SUO CUORE” TUTTO CIÒ CHE VEDE ED ASCOLTA, PER POTER PARLARE IN SOLO QUATTRO OCCASIONI IMPORTANTI E NIENTE PIÙ!…
E Maria non è forse il massimo dell’umanità che riesce a fare la volontà di Dio? Non è il nostro esempio, il nostro riferimento, per un rapporto corretto, umano e divino-umano a cui tutti i Figli di Dio sono invitati a guardare?
Solo se questa Fede la alimentiamo con IL SILENZIO INTERIORE, LA PREGHIERA, I SACRAMENTI, CON L’OPPORTUNA MEDITAZIONE SULLA PAROLA DI DIO E L’EUCARISTIA DOMENICALE DOMENICA, allora VIENE SOSTENUTA IN MODO ADEGUATO E CONTINUATIVO.
Il sordomuto, dopo la perfetta guarigione del corpo e soprattutto dello spirito, non rispetta l’ordine del Signore che lo obbliga, come tutti, a non propagandare il miracolo avvenuto, ma a tenerlo gelosamente tutto per sé. Anzi, più Gesù “lo proibiva, più essi lo proclamavano” e, la gente piena di stupore, diceva «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.
Ed è così, LA GIOIA DELLA VERA FEDE NON LA SI PUÒ NASCONDERE, È INCONTENIBILE, MA LA SI PUÒ TENERE NEL SEGRETO, HA BISOGNO DI ESSERE ANNUNCIATA E MANIFESTATA SENZA PROTAGONISMI PERSONALI, MA SEMPLICEMENTE CON QUELLA GIOIA CHE SI HA NEL CUORE E CHE DEVE DIFFONDERSI INTORNO A NOI CON LA PAROLA, CON LA TESTIMONIANZA, CON IL BUON ESEMPIO E IL BUON ODORE DELLA SANTITÀ.
Ma la guarigione odierna del sordomuto suscita oggi anche altre riflessioni.
Che la sordità sia legata all’incapacità di ascoltare la Parola di Dio è cosa nota nell’Antico Testamento.
Solo l’orecchio (e il cuore circonciso possono ascoltare la Parola di Dio, che resta incomprensibile a chi non è entrato liberamente e responsabilmente in alleanza con Dio.
È dunque ovvio che i pagani siano ‘sordi’, come è pure altrettanto normale che una persona sorda sia anche muta. In realtà il termine è piuttosto quello di ‘balbuziente’, ma comunque indica una emissione di suoni inarticolati, incomprensibili.
Siamo di fronte dunque ad una incapacità comunicativa: chi non ascolta con le orecchie e non assimila nel cuore, non può diventare fedele trasmettitore della Parola, emette suoni inarticolati ed è come muto perché è incapace di lodare quel Dio che non conosce, perché non ne ha mai udito l’annunzio e di rendere la sua testimonianza al mondo circa l’amore di Dio e la sua verità, perché non ha la voce che gli serve.
Anche questa volta Gesù non rifiuta di guarire coloro che non sono ancora entrati in alleanza con il Dio di Israele.
D’altronde, il fatto che l’uomo venga portato a Lui affinché Egli stendesse la sua mano sul malato, indica una chiara presa di posizione nei confronti di Gesù, rivela fiducia in Gesù, la Fede incondizionata nel suo potere di poter operarne la guarigione.
Ma Gesù porta l’uomo in disparte, lontano dalla folla. E questo perché non siamo ancora quindi davanti ad un miracolo che possa servire alla fede dei lontani.
MA PERCHÉ CI TROVIAMO DAVANTI AD UN GESTO PERSONALE DI MISERICORDIA VERSO COLUI CHE HA CHIESTO AIUTO A GESÙ PUR NON CONOSCENDO NÈ LUI NÈ IL PADRE CHE LO HA MANDATO.
Le dita sulle orecchie e la saliva sulla lingua sono la mediazione attraverso la quale la potenza guaritrice di Gesù arriva all’uomo che vuole diventare capace di ascoltare e parlare.
Ciò per sottolineare che è solo Gesù che può aprire l’orecchio del nostro cuore all’ascolto della Parola. E solo l’energia divina del Figlio dell’Uomo può dare la salvezza (rappresentata dalla guarigione fisica), attraverso quei segni e gesti concreti che sono i sette Sacramenti.
Sant’Agostino scriverà magistralmente nelle sue “CONFESSIONI” l’esperienza di sé stesso che si sentiva ‘sordo e muto’ nei confronti del messaggio di Cristo, e proprio per GRAZIA Sua, diventa capace di ascoltare, interiorizzare e trasmettere la Parola di Dio. E con grande gioia griderà ‘…hai sfondato la mia sordità, Signore, e la musica delle tue parole è entrata nelle mie orecchie‘.
Gesù sospira e alza gli occhi al cielo, dicendoci che è solo cercando un contatto con Lui che entriamo nella salvezza. Il sospiro è desiderio di comunicazione, di comunione intima, passaggio di Spirito tra il Padre e il Figlio: ecco ciò che apre all’ascolto e alla parola, al dialogo.
La preghiera è quel momento importantissimo dove cerchiamo una comunicazione auditiva e visiva con Dio, sospirando di essere capaci di ‘parlare’ con Lui, fissando gli occhi del cuore al cielo, per cercare di individuare quel ‘luogo’ dove Dio abita.
Il profeta Isaia aveva promesso un tempo in cui Dio avrebbe visitato la terra, e tutti i popoli avrebbero beneficiato dell’ascolto della sua Parola di salvezza, tutti avrebbero potuto vederlo.
Questa antica promessa si realizza in Gesù, perché le promesse di Dio non vanno mai a vuoto. In Lui, Dio propone una nuova alleanza, in cui il cuore di ciascuno sarà ‘circonciso’, ossia aperto, pronto ad accogliere le parole di vita che il Padre ci ha detto nel Figlio.
Chiediamoci se abbiamo ancora vivo il desiderio di diventare ‘ascoltatori della Parola’, di accogliere il dono che Dio ci fa in Gesù, facendoci passare dallo stato di sordità a quello di apertura nei confronti della Parola, quel Verbo che ci trasforma da microfoni spenti e altoparlanti gracchianti parole incomprensibili IN SATELLITI CHE DIVULGANO IN MODO NETTO E CHIARO IL SUO SEGNALE DI VITA PER IL MONDO.
Quel gesto del toccare orecchi e bocca, quel comando condensato in una sola parola, hanno un valore puramente espressivo, per manifestare CON UN SEGNO VISIBILE QUELLO CHE ACCADE IN MODO INVISIBILE, in forza della volontà del Figlio di Dio.
Si stringe il cuore nel tornare con la mente AL RITO DEL BATTESIMO, dove, per esprimere visibilmente quanto accade in modo invisibile, abbiamo segni analoghi; il celebrante tocca le orecchie e la bocca del neo-battezzato dicendo “Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la Sua Parola e di professare la Tua Fede, a gloria di Dio Padre“.
IL SIGNORE CI VUOLE RICORDARE, IN TAL MODO, CHE L’UOMO ENTRA NEL MONDO DA SORDO E DA MUTO NEI CONFRONTI DI DIO. E CI DONA IL BATTESIMO PER ABILITARE IL CRISTIANO AD ENTRARE IN COMUNIONE CON LUI. IN TAL MODO:
- L’UDITO TROVA LA SUA PIÙ ALTA FUNZIONE NELL’ASCOLTO DI LUI,
- E LA BOCCA CI È DATA SOPRATTUTTO PER RIVOLGERCI A LUI.
Rimane da chiederci se poi, lungo la nostra vita, lo facciamo davvero.
Se davvero prestiamo ascolto a Lui che ci parla (tramite la nostra coscienza, la Bibbia, la sua Chiesa), se davvero gli diciamo la nostra lode, il nostro ringraziamento per i suoi innumerevoli doni.
E spesso, anche se facciamo cose buone, non ci sforziamo di farle BENE e nel SUO NOME.
Molti, in verità, sono quelli che fanno cose buone senza farle bene. Come gli ipocriti che fanno, certo, cose buone, e spesso CON SPIRITO CATTIVO, CON INTENZIONE PERVERSA E FALSA.
MENTRE DIO FA OGNI COSA BUONA E LA FA BENE, perché “…Il Signore è giusto in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere” (Sal 145, 17) …
E SE DIO, SAPENDO CHE TROVIAMO GIOIA IN CIÒ CHE È BUONO, HA FATTO PER NOI TUTTE LE SUE OPERE BUONE E LE HA FATTE BENE, PERCHÉ, DI GRAZIA, ANCHE NOI NON CI SPENDIAMO PER FARE SOLTANTO OPERE BUONE E FARLE BENE, DATO CHE SAPPIAMO CHE IN QUESTO STA LA GIOIA E LA GLORIA DI DIO?
La Legge divina racconta le opere che Dio ha compiute nella creazione del mondo e aggiunge «Dio vide quanto aveva fatto; ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31) …
Il Vangelo racconta l’opera della Redenzione e della nuova Creazione e dice nello stesso modo «Ha fatto bene ogni cosa» (Mc 7, 37) …
Certamente il fuoco può spandere soltanto il calore, per sua natura, e non può produrre freddo; il sole può diffondere soltanto la luce e non può essere causa delle tenebre.
Così l’uomo che riceve il dono della Fede, o la Guarigione del corpo e dello spirito, DEVE GRIDARE AGLI ANGOLI DELLE PIAZZE, CON TUTTA LA VOCE CHE HA, “I MIRABILIA DEI”, l’Amore che Dio, nella sua infinita Misericordia GLI HA USATO.
DEVE RACCONTARE LA GRANDEZZA DI QUEL CUORE DIVINO, che con la sua guarigione HA INTRAVVISTO… perché tutti innalzino la loro Lode al Padre, per mezzo del Figlio, nella potenza dello Spirito Santo
Come si possono tacere le grandi opere di Dio? Ciò che dicono i pagani, senza che essi se ne rendano conto, è un aiuto ai discepoli perché finalmente capiscano che è Dio stesso, il creatore del mondo, che ha agito. Quel Dio che:
- “…fa udire i sordi e parlare i muti”:
- … “viene a salvarci”!
- …farà sì che “si schiuderanno gli orecchi dei sordi, … e griderà di gioia la lingua del muto … e fuggiranno tristezza e pianto” (Is,35,5).
E anche io Signore Gesù, in questo giorno di festa mi unisco allo stupore che ebbero i pagani quel giorno a Tiberiade, PER RIPETERE LA MIA FEDE IN TE, MIO UNICO DIO, E MIO PERSONALE SALVATORE:
“Hai fatto bene ogni cosa!
Hai partecipato alla creazione della mia vita: io sono quel che sono grazie a te!
Grazie a te riesco a udire la Parola di Dio mescolata tra le parole degli uomini!
Grazie a te riesco a comunicare con gli altri e ad alimentare la comunione tra noi, manifestando e rivelando così il mistero dell’amore di Dio, del vero Dio di cui tu sei la Parola e di cui tu sei il vero ascolto, la vera ubbidienza! Grazie, Signore Gesù!”
Fratelli e Sorelle, che sia questa la nostra preghiera in questa domenica di inizio settembre: “O Padre, che scegli i piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno, aiutaci a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché si sciolgano le loro lingue e tanta umanità malata, incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie“. Amen.
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!