21.06.2022 MARTEDI’ SAN LUIGI GONZAGA 12′ SETTIMANA P.A. C – MATTEO 7,6.12-14 “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

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Dal Vangelo secondo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

LA VITA E IL PENSIERO DEL SANTO

Figlio primogenito del marchese Ferrante Gonzaga, di Mantova, nato il 9 marzo del 1568, fin dall’infanzia il padre lo educò alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato sparando un colpo con un cannone.

Ma la madre, Marta Tana di Chieri, gli insegnò a orientare decisamente la sua vita a Dio. E con la sua tenacia vi riuscì.

Infatti Luigi, a 10 anni, aveva deciso che la sua strada era un’altra: quella che attraverso l’umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l’avrebbe condotto a Dio.

A 12 anni ricevette la prima comunione da san Carlo Borromeo, venuto in visita a Brescia, che divenne il suo maestro spirituale.

Decise poi di entrare nella compagnia di Gesù e per riuscirci dovette sostenere due anni di lotte contro il padre.

Libero ormai di seguire Cristo, rinunciò al titolo e all’eredità ed entrò nel Collegio romano dei gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto durante l’epidemia di peste che colpì Roma nel 1590.

In quell’occasione, trasportando sulle spalle un moribondo, rimase contagiato e morì.

Era il 1591, aveva solo 23 anni. Papa Benedetto XIII lo canonizzò il 31 dicembre 1726. È sepolto a Roma nella chiesa di Sant’Ignazio di Campo Marzio.

Catechista coi ragazzi, premuroso con i poveri e i malati, fatto tutto a tutti: modello e protettore dei giovani che vogliono vivere la propria fede in Cristo.

PREGHIERA di Papa Giovanni Paolo II

San Luigi, povero in spirito a te con fiducia ci rivolgiamo benedicendo il Padre celeste perché in te ci ha offerto una prova eloquente del suo amore misericordioso. Umile e confidente adoratore dei disegni del Cuore divino, ti sei spogliato sin da adolescente di ogni onore mondano e di ogni terrena fortuna. Hai rivestito il cilizio della perfetta castità, hai percorso la strada dell’obbedienza, ti sei fatto povero per servire Iddio, tutto a lui offrendo per amore.

Tu, puro di cuore, rendici liberi da ogni mondana schiavitù. Non permettere che i giovani cadano vittime dell’odio e della violenza; non lasciare che essi cedano alle lusinghe di facili e fallaci miraggi edonistici. Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido, difendili dall’egoismo che acceca, salvali dal potere del Maligno.

Rendili testimoni della purezza del cuore.

Tu eroico apostolo della carità ottienici il dono della divina misericordia che smuova i cuori induriti dall’egoismo e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità.

Fa’ che anche l’odierna generazione abbia il coraggio di andare contro corrente, quando si tratta di spendere la vita, per costruire il Regno di Cristo.

Sappia anch’essa condividere la tua stessa passione per l’uomo, riconoscendo in lui, chiunque egli sia, la divina presenza di Cristo.

Con te invochiamo Maria, la Madre del Redentore.

A lei affidiamo l’anima e il corpo, ogni miseria ed angustia, la vita e la morte, perché tutto in noi, come avvenne in te, si compia a gloria di Dio, che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREGHIERA del Card. Carlo Maria Martini

Signore Gesù, che hai rivelato a san Luigi il volto del Dio amore, e gli hai donato la forza di seguirti rinunciando a tutto ciò che al mondo appariva prestigio e ricchezza, di spendere la sua vita per i fratelli, nella letizia e nella semplicità di cuore, concedici, per sua intercessione, di accogliere il tuo disegno sulla nostra vita e di comunicare a tutti i fratelli la gioia del Vangelo, il sorriso della tua presenza d’amore.  Fa’ che la tua croce sia, come lo è stata per Luigi Gonzaga, la nostra consolazione, la nostra speranza, la soluzione dei problemi oscuri della vita, la luce di tutte le notti e di tutte le prove.

E tu Maria, che hai ispirato all’adolescente Luigi il proposito della verginità, consolida in noi il desiderio della purezza e della castità, ottienici il dono di contemplare il mistero di Dio attraverso quella Parola mediante la quale Gesù ci parla, ci chiama, suscita la nostra risposta.

Te lo chiediamo, Padre, per Cristo nostro Signore nella grazia dello Spirito Santo. Amen.

ESAME DEL TESTO EVANGELICO

  • «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
  • Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
  • Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!» (Mt 7,6.12-14).

Il primo detto, piuttosto aspro di Gesù, è probabile che il Maestro lo abbia preso da un proverbio popolare che aveva come base tematica la “purità” rituale.

Nelle parole di Gesù, tra l’altro, appaiono due animali tradizionalmente “impuri“, il cane e il maiale.

Ma Gesù certamente non si preoccupava affatto dell’osservanza di qualche norma di “purità” rituale. Tanto è vero che, spesso, veniva rimproverato per la sua libertà al riguardo.

Qual è, allora, il messaggio che vuole lanciare?

Gesù afferma che la dottrina santa e preziosa del Vangelo può cadere in mano a persone che ne abusano, la deformano e la rigettano.

Ma chi sono costoro? A prima vista si può pensare agli scribi e ai farisei ipocriti, ma, non bisogna però ignorare un altro profilo per noi un po’ sconcertante

Ora, l’ebraismo culturale e religioso a cui Cristo umanamente apparteneva, considerava impuri come i cani i gojîm, i pagani.

Ricordiamo infatti che Gesù, quando risponde in prima battuta alla donna siro-fenicia, che gli chiede la guarigione della figlia con questa frase

  • «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».

Non si deve dimenticare che il cuore del cristianesimo È NELL’INCARNAZIONE: Gesù era uomo come noi. ANCHE LUI, NELLA SUA UMANITÀ PIENA, ha fatto i conti con la vita.

Anche Lui ha vissuto il suo cammino di discernimento, nella sua cultura e ha scoperto, nella sua umanità piena, un poco per volta, gli orizzonti della Sua Missione.

Distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è bene e ciò che è meglio è importantissimo.

E la vita ci è maestra se la sappiamo ascoltare, ma non solo e se ci poniamo spesso questa domanda:

  • quello che ho intenzione di fare, giova davvero a far crescere me e l’altro?

Se sì lo posso e lo devo fare. Se invece, la risposta è no, perché magari intuisco che chi è davanti a me non è in grado di accogliere, o, capire quello che propongo, o semplicemente lo ritiene male, non lo faccio.

Anche se ciò che avevo pensato IN SÉ È BUONO ED ERA VOLTO AL BENE.

Perché la Verità, il Bene è da fare, MA NEL RISPETTO, NELLA CARITÀ E NELL’AMORE.

I cani e i porci erano, per gli ebrei del tempo un’immagine eloquente di qualcosa di disprezzabile e impuro.

Ma, il contesto ci proibisce di intendere questa espressione come una proibizione di Gesù di accostare persone disprezzate dalla società O DI RIVOLGERSI AI PAGANI.

Non è una proibizione, infatti, ma un insegnamento sul modo di porgere i contenuti del Vangelo e i Sacramenti della Fede.

Non è sufficiente avere la consapevolezza della loro preziosità (cose sante, o – rifacendosi all’aramaico – anelli preziosi e perle) ma occorre guardare con attenzione SE LE PERSONE A CUI LI PROPONIAMO SONO PREPARATE AD ACCOGLIERLI.

DAI SACRAMENTI E DALLA PAROLA DI DIO LA SALVEZZA PROCEDE “AUTOMATICAMENTE”, MA SOLO SE È LIBERAMENTE ACCOLTA.

Bisogna cioè preoccuparsi della loro preparazione, mediante la frequentazione, l’amicizia e l’esempio.

È la difficoltà principale dell’evangelizzazione, CHE RICHIEDE TANTA PAZIENZA E UN IMPEGNO TOTALE.

  • «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro»

è la famosa “regola d’oro” che esprime una verità di senso comune, diffusa presso tutti i popoli e tutte le religioni, in mezzo a tanti limiti, errori e fraintendimenti.

Si tratta però di qualcosa che è veramente iscritto nel cuore dell’uomo.

È la sintesi dei comandamenti di Dio, che trova però il suo compimento-superamento nell’unico comandamento che il Signore ci ha dato:

  • «che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12; 13,34).

Amarsi gli uni gli altri… è stupendo, ma estremamente difficile!

Perché il Signore ci chiede di farlo in un modo totalizzante ed unico:

  • «come io ho amato voi»

cioè con lo stesso amore infinito con cui il Padre mi ama!

Questo è certamente impossibile con le nostre sole forze. Perché bisogna accogliere nella Fede e nella vita l’Amore di Gesù per poterlo riversare sugli altri.

Perché è solo allora, quando veniamo illuminati dalla fede che facciamo esperienza della generosità e dell’amore gratuito ed infinito di Dio. in quel momento LA SUA MISERICORDIA CI RISOLLEVA DAL PECCATO, e, pur con i nostri limiti, possiamo diventare occasione di salvezza per il nostro prossimo.

È in questo contesto che meditiamo le parole di Gesù:

  • “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti”.

Gesù vuole farci intendere che la misura giusta dell’amore è Lui stesso che ci parla e ci darà la suprema testimonianza di amore con il dono della sua vita nell’immolazione della croce.

È in Lui che impariamo ad amarci nel modo giusto, e con l’amore che egli ci dona, che riusciamo ad amare disinteressatamente il nostro prossimo.

Questa è la novità che è venuto a portare nel mondo, QUESTA È LA PERLA PREZIOSA DA COLTIVARE NEL CUORE E DA PRESERVARE DAI PORCI CHE LA INQUINANO E LA CORROMPONO.

Sarà ancora l’amore a darci la giusta direzione nel difficile orientamento della vita preservandoci dalle facili illusioni che fanno credere che le porte e le vie più larghe e spaziose siano quelle da imboccare e da percorrere nei nostri itinerari dello spirito.

Ha detto S. GIROLAMO, il grande traduttore della Scrittura Santa:

  • “Ama la Scrittura e la saggezza ti amerà. Amala teneramente ed essa ti custodirà, onorala e riceverai le sue carezze, che essa sia per te come le tue collane e i tuoi orecchini.”

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!