18.04.2023 MARTEDI’ 2 SETTIMANA DI PASQUA – GIOVANNI 3,7-15 “Tu sei maestro in Israele e non sai….”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 3,7-15

+In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Giovanni ci racconta di Nicodemo che cerca Gesù, nella prima visita alla città santa, Gerusalemme, nel suo primo “pellegrinaggio pasquale”, dopo il battesimo al Giordano e lo Spirito che lo consacra Servo di Yahvè, figlio diletto.

In esso vediamo Nicodemo di Gerusalemme, un notabile, un anziano, capofamiglia benestante, che appartiene alle prime famiglie tornate da Babilonia, che hanno preso possesso delle terre migliori, lasciando a chi arriva dopo le colline seminate a sassi, dove gli altri capifamiglia aspettano in piazza di venire assunti a giornata come braccianti agricoli precari (Mt 20, 6-7).

Egli è un “maestro in Israele”, un testimone della novità religiosa che la famiglia di Abramo conserva gelosamente di fronte alle altre religioni, tutte ‘pagane’. Un maestro che sa che può dire la sua parola nel Consiglio del Sinedrio, che sa dare del tu alle persone importanti del popolo.

Perché è un uomo di cultura tra i colleghi Scribi, esperti di Bibbia e di leggi sociali, che sanno a chi va la casa della vedova e il campo dell’orfano.

In questo senso Nicodemo rappresenta anche noi cristiani di oggi, abbiamo detto nella meditazione di ieri, che cerchiamo un’esperienza religiosa che ci scaldi il cuore, dopo periodi di delusione e stanchezza.

In particolare ascolteremo, con Nicodemo, cosa significa nascere di nuovo; vogliamo anche noi vivere l’esperienza dello Spirito, come aria che respiriamo, come vento sulle nostre vele.

Ma non dimentichiamo che siamo nel Quarto Evangelo, per cui le domande di Nicodemo a Gesù sono un riflesso alle domande delle comunità dell’Asia Minore della fine del primo secolo.

Per questo, le risposte di Gesù a Nicodemo erano, al tempo stesso, una risposta ai problemi di quelle comunità. Così i cristiani seguivano la catechesi in quel tempo.

Molto probabilmente, il racconto della conversazione tra Gesù e Nicodemo facevano parte della catechesi battesimale, poiché dice che le persone devono rinascere dall’acqua e dallo spirito (Gv 3,6).

E mi piace sottolineare ancora una volta –lo ho già fatto abbondantemente ieri-  che Nicodemo è stato colpito da Gesù, non lo cercava, non l’aspettava.

Perché a Gerusalemme la religione c’era già; il tempio era splendido già, le liturgie erano solenni già; le regole morali erano già apparentemente chiare fino ai dettagli.

Non c’era nessun problema di fede, che era già stata detta e ridetta.

RESTAVA SOLO IL PROBLEMA DELLA MORALE, CIOÈ CHIARIRE, UNA VOLTA PER TUTTE, COME ERA POSSIBILE METTERE IN PRATICA QUELLA SELVA DI COMANDAMENTI E DI PRECETTI E DI SANTE TRADIZIONI CHE AVEVANO SAPUTO “SACERDOTALMENTE” IDEARE.

E, in ragione di questa “confusione, c’era sempre chi aveva cercato di farla franca con la moglie di un altro, chi non aveva pagato le decime per il tempio, chi aveva rubato nel campo del padrone, o sfruttato le prostitute dei bassifondi.

E per tenere a bada ciò, “bastavano” già i Farisei, per “ridire le regole” e controllare i comportanti.

Gesù era la novità, peraltro non necessaria. Non era aspettato, perché tutto era già a posto.

Ma Gesù ha colpito Nicodemo, perché nessuno aveva mai parlato come quest’uomo, CHE È PARI ALLA LIMPIDA E FRESCA ACQUA DI UNA SORGENTE, E NON QUELLA STAGNANTE E ORMAI PUTRIDA, DI UNA VECCHIA CISTERNA.

Il MAESTRO DI NAZARETH, quando parla di Dio gli si illumina il volto, mostrando che lo vede con gli occhi. Già…. come diceva il re Davide “…Il tuo volto, Signore, io cerco”.

Gli altri esperti di religione e di riti erano fieri dei loro filattèri e dei loro paramenti, erano protagonisti delle liturgie, sembravano incaricati di attirare l’attenzione, solo per cercare la gloria gli uni dagli altri.

Questo Gesù, invece, è libero da tutti questi condizionamenti terreni, è innamorato del Padre Suo e Nostro. È innamorato di Dio e lo chiama “Abbà”, lo chiama Papà.

Ecco, Gesù ha spostato l’attenzione dalla Legge al volto di Dio.

PURE IO, VECCHIO INUTILE DIACONO, SONO NICODEMO, ABITUATO A SPIEGARE ALLA GENTE QUELLO CHE LA GENTE DEVE FARE PER DIO, MENTRE GESÙ SPIEGA QUELLO CHE DIO FA PER L’UOMO.

Ma riprendiamo in mano il testo evangelico.

Ed ecco allora che Gesù spiega a Nicodemo che lo Spirito è come il vento. Sia in ebraico come in greco, si usa la stessa parola per dire “spirito e vento”.

Gesù dice Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito.

Il vento ha, dentro di sé, una direzione, il nord. Lo si percepisce, in qualche modo si può dire conoscerlo, si impara anche a sfruttarlo a proprio favore, ma resta alla fine inafferrabile.

Noi ci rendiamo conto della direzione del vento, per esempio, il vento del Nord o il vento del Sud, ma non sappiamo né controlliamo la causa a partire dalla quale il vento si muove in questa o quella direzione.

Così è lo Spirito, dice Gesù “…nessuno è padrone dello Spirito” (Ecclesiaste 8,8).

CIÒ CHE PIÙ CARATTERIZZA IL VENTO E LO SPIRITO, È LA LIBERTÀ.

Essi non possono essere controllati.

Quindi lo Spirito agisce sugli altri, ma NESSUNO riesce ad agire su di Lui, perché LA SUA ORIGINE È IL MISTERO, IL SUO DESTINO È IL MISTERO.

E l’UOMO DI DIO, similmente al pescatore, deve, per prima cosa, scoprire la direzione del vento, per mettere le vele DELLA PROPRIA VITA nella sua direzione. È ciò che deve fare Nicodemo e che dobbiamo fare tutti noi.

Mai dobbiamo dimenticare che lo Spirito con ciò che lo riguarda, appartiene a quel mondo di elementi misteriosi, presenti nella vita, che tendono a sfuggire alla nostra presa, benché ne tocchiamo con mano gli effetti reali ed efficaci.

E a quell’uomo intelligente, colto e onesto che è Nicodemo, Gesù dice qualcosa che è di una profondità abissale: gli rivela che per il seguace di Gesù c’è una seconda nascita.

Mentre quando viene partorito uno non è cosciente di quello che gli sta accadendo, quando vive il battesimo, prende coscienza e deve mettere in pratica l’insegnamento di Cristo.

E non si tratta, semplicemente, di allineare comandamenti con un’etica adeguata, perché i Comandamenti sono la conseguenza dell’etica, non il fondamento.

L’espressione è intensa e bella nella metafora del rinascere dall’Alto e nel richiamo alla misteriosa azione del vento che è immagine di quella dello Spirito proprio per quel suo libero andare venire e coinvolgere nella sua dinamica tutto ciò che sfiora senza che alcuno possa impedirglielo.

Erba, fiori, alberi: tutto quello che trova, il vento investe. Così è dello Spirito. Se noi consentiamo di “nascere” da Lui, cioè ci abbandoniamo alla sua azione che fa nuova ogni cosa, diventiamo davvero uomini e donne capaci di mentalità e azioni evangeliche.

Perché comprendiamo finalmente che è solo a partire da Dio che possiamo rileggere la nostra vita, le nostre scelte, i nostri errori in una prospettiva diversa.

Ma come possiamo conoscere lo sguardo di Dio?

Ascoltando l’unico che lo conosce fino in fondo: il Signore Gesù. E dobbiamo ascoltare accogliendo la sua parola, meditando i suoi insegnamenti, invocandolo nella preghiera.

Ma, continua Gesù, dobbiamo concentrare la nostra attenzione SOPRATTUTTO SULLA CROCE.

PERCHÉ È SOLO MEDITANDO LA MISURA DELL’AMORE DI DIO CHE SI MANIFESTA NELLA MORTE IN CROCE DEL SUO UNIGENITO FIGLIO, CHE ACQUISIAMO LA SUA PROSPETTIVA SULLA VITA.

Fratelli e Sorelle, se ci abita nel cuore la stessa passione di Nostro Signore Gesù Cristo, nel far conoscere a tutti Dio, e se permettiamo a Dio di farci rinascere dall’alto, possiamo dire che tocca a noi fare la nostra parte, affinché la pienezza della vita del Figlio di Dio sia offerta a tutta l’umanità.

Ha detto un santo ortodosso del XIX secolo, San Serafino di Sarov:

  • “Quando lo Spirito Santo scende sull’uomo con la pienezza dei suoi doni, l’animo umano è riempito d’una gioia indescrivibile; lo Spirito Santo ricrea nella gioia tutto quanto sfiora”.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!