16 maggio 2024 GIOVEDI’ 7’ SETTIMANA DI PASQUA B – GIOVANNI 17,20-26 “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 17,20-26

+ In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo di oggi ci presenta la terza ed ultima parte della Preghiera Sacerdotale, in cui Gesù guarda verso il futuro e manifesta il suo grande desiderio di unità tra di noi, suoi discepoli, e per la permanenza di tutti nel SUO AMORE, l’unico che unifica, poiché senza il SUO AMORE, e senza UNITA’, non meritiamo credibilità.

Dopo i grandi discorsi pronunciati nel cenacolo, dopo il grande gesto della lavanda dei piedi, dopo l’istituzione dell’Eucaristia veniamo introdotti, già nel versetto iniziale, in questa intimità in cui ci viene detto che alza lo sguardo verso il Cielo per intercedere per i suoi discepoli.

Tante volte lo abbiamo visto implorare il Padre per i suoi discepoli, ma in questo brano la preghiera si estende nei confronti dei credenti di ogni tempo e latitudine.

La finalità della preghiera è quella di favorire l’unità tra i credenti finalizzato a permettere di conoscere che “tu mi hai mandato” e far sì che tutti siano salvi.

Aiutati da questo brano evangelico siamo esortati a inserirci in questa preghiera sacerdotale che Gesù ha espresso.

Gesù estende l’orizzonte e prega il Padre, dicendo “Padre…non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.

Ecco che qui emerge la grande preoccupazione di Gesù PER L’UNITÀ CHE DEVE ESISTERE NELLA COMUNITÀ CHE VIVE NEL SUO NOME.

Una unità che non significa uniformità, ma che ci chiede di rimanere nel suo amore, malgrado le tensioni ed i conflitti.

Fratelli e Sorelle, il Signore ci chiama a non dimenticare mai che l’unità non è un prodotto mondano, ma arriva a noi dal Padre mediante il Figlio, nello Spirito Santo; e va ricercata perché essa è la fonte originaria della missione cristiana nel mondo.

Un Amore perfetto, il Suo, capace di unificare fino al punto di creare tra tutti una profonda unità, come l’unità che esiste tra Gesù ed il Padre.

L’unità nell’amore rivelata nella Trinità è il modello per le comunità.

Per questo, mediante l’amore tra le persone, le comunità rivelano al mondo il messaggio più profondo di Gesù.

La gente, guardando i primi cristiani, diceva “…guardate come si amano!”

L’attuale divisione tra le tre religioni abramitiche è veramente tragica: giudei, cristiani e mussulmani.

Più tragica ancora è la divisione tra noi cristiani che diciamo di credere in Gesù, dimenticandoci che divisi, non meritiamo credibilità.

L’ecumenismo sta nel centro dell’ultima preghiera di Gesù al Padre, che rappresenta il suo testamento.

Essere cristiano, e non essere ecumenico, è un controsenso. Anzi, ancora peggio, vuol dire contraddire l’ultima volontà di Gesù.

Ecco perché, nel brano odierno, l’Evangelo ci chiama a meditare questo circolo di amore e di conoscenza che ci lega tra noi, con Cristo nel Padre.

Gesù, dopo essersi preoccupato dei suoi discepoli che stanno per affrontare la durissima prova della sua morte, ha pensato anche a chi, attraverso di loro, si sarebbero convertiti, cioè a noi, A ME.

E anche per me, anche per noi, il Signore chiede una cosa inattesa: L’UNITÀ.

Si, Fratelli e Sorelle, è proprio così, nella preghiera di Cristo ci sono anch’io.

Sì, quella notte Gesù ha pensato anche a me, ed ha pregato per me, che non venga meno la mia fede.

Un Padre della Chiesa (il teologo San Cirillo d’Alessandria, detto il Doctor Incarnationis 370-444, quindicesimo Papa della Chiesa Copta, nel suo Commento a Giovanni, 11,11.), rispetto a questo, commentava che «noi tutti, una volta ricevuto l’unico e il medesimo Spirito, cioè, lo Spirito Santo, siamo uniti tra di noi e con Dio. Infatti, per quanto siamo tra di noi diversi e Cristo faccia che lo Spirito del Padre e suo abiti in ognuno di noi, lo stesso Spirito, unico e indivisibile, conduce per se stesso all’unità coloro che sono distinti tra di loro, in quanto sussistenti nella loro rispettiva singolarità, e fa che tutti in se stesso diventino come una sola cosa».

Il Signore Gesù Cristo compie questa progressiva rivelazione incarnando Dio nella nostra umanità: la creatura diventa il luogo della manifestazione completa e definitiva di Dio, senza esitazioni né possibili fraintendimenti.

Ma come sempre l’opera di Dio s’intreccia con la nostra libertà.

E quando uso male questa libertà, non posso fare a meno di ricordare che anche io ero presente al Getsemani, ero presente nel cuore del Maestro, purtroppo anche io ero presente sul Golgota e anche io ho contribuito ad inchiodarlo sul legno della croce, usando i chiodi dei miei peccati.

Preparandoci alla Pentecoste, chiediamo allo Spirito di potere essere immersi anche noi, secondo la preghiera di Gesù, nella corrente d’amore che fluisce dal Padre al Figlio e al Santo Spirito.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!