16.12.2023 – SABATO II SETTIMANA AVVENTO B – MATTEO 17,10-13 “…Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

 Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 17,10-13

+ Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

I discepoli hanno appena visto Mosè ed Elia dinanzi a Gesù nella trasfigurazione sulla montagna (Mt 17,3).

La gente, in generale, credeva che Elia doveva ritornare per preparare la venuta del Regno.

Diceva il profeta Malachia “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio!” (Ml 3,23-24 e Sir. 48,10).

I discepoli vogliono sapere “…cosa significa l’insegnamento dei dottori della Legge, quando dicono che Elia deve venire prima?

Poiché essi si chiedevano: se Gesù, il Messia, era arrivato, come mai Elia non era ancora venuto?

In quella situazione di dominazione romana che disintegrava il clan e la convivenza familiare, la gente si aspettava che Elia ritornasse per ricostruire le comunità: per ricondurre il cuore dei genitori verso i figli ed il cuore dei figli verso i genitori.

Era questa la grande speranza della gente.

Per spiegarel’enigma di quel “prima” e di questo ritorno del profeta Elia sulla scena del mondo, dobbiamo risalire alla fonte che aveva generato questa credenza sostenuta dagli scribi giudaici di quel tempo.

Essa è da identificare in una frase del profeta Malachia nella quale Dio dichiarava «Io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore» (3,23).

A sua volta, questa evidente base biblica dell’affermazione degli scribi ha la sua matrice nel racconto della fine di Elia, assunto in cielo per una piena comunione con Dio (2Re 2,1-13).

Era sorta, così, la convinzione che il profeta, VIVENTE PER SEMPRE PRESSO DIO DOPO LA SUA ASCENSIONE AL CIELO, SAREBBE RITORNATO AD ANNUNCIARE AL MONDO LA VENUTA DEL MESSIA E IL GIUDIZIO FINALE.

Non mancherà nella tradizione successiva ebraica, cristiana e musulmana – di stampo, però, esoterico– chi affermasse la sua reincarnazione, dottrina in verità aliena ALL’ANTROPOLOGIA BIBLICA CHE PROCLAMA INVECE LA RISURREZIONE.

La tesi del ritorno di Elia, vivacemente sostenuta da certi testi apocrifi giudaici come il Libro di Enoch, ha lasciato tracce nel rituale ebraico della circoncisione durante la quale si lascia libera la cosiddetta “sedia di Elia” nella speranza che egli si renda presente.

E nella cena pasquale si ha il “calice di Elia”, tenuto colmo sperando che egli venga a comunicare l’arrivo del Messia attraverso la porta di casa lasciata socchiusa.

Si riteneva anche, a livello popolare, CHE ELIA VENISSE COSTANTEMENTE SULLA TERRA, SENZA ESSERE RICONOSCIUTO, A SOSTENERE I POVERI, I MALATI E I MORIBONDI.

Si spiega, così, il fatto che, quando Gesù in croce grida l’avvio del Salmo 22 in aramaico ’Elî, ’Elî, lemâ sabachtanîDio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»), LA FOLLA CHE ASSISTE CONFONDA QUELL’’ELÎ, ’ELÎ COME UN’INVOCAZIONE RIVOLTA AL PROFETA PROTETTORE DEI MORIBONDI: «ALCUNI DEI PRESENTI DICEVANO: “COSTUI CHIAMA ELIA!”… GLI ALTRI DICEVANO: “VEDIAMO SE VIENE ELIA A SALVARLO!”» (MATTEO 27,47.49).

Con questi antefatti è facile comprendere la risposta di Gesù ai suoi apostoli “…Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro“.

Solo allora i discepoli compresero che Gesù parlava di Giovanni Battista.

Perchè Giovanni il Battista incarnava lo spirito e la forza che avevano contraddistinto il profeta Elia quand’era in vita.

Infatti entrambi portarono avanti una predicazione dai toni forti, accesi, una predicazione fatta di conversione e penitenza, di essenzialità e di deserto che si pone contro la falsità, la doppiezza, la corruzione.

Elia/ Giovanni Battista, sono figura del precursore che prepara “la strada” a Gesù.

Questo dimostra come Dio si muova a un ritmo diverso dal nostro e abbia piani diversi dai nostri.

Nell’arte, l’aspetto di Elia e di San Giovanni Battista è molto simile.

Questa somiglianza si basa sulle Scritture:

  • In Matteo 3,4 si dice che San Giovanni Battista era “vestito di peli di cammello, con una cintura di cuoio intorno alla vita“, come abbiamo visto in un dipinto di qualche giorno fa.
  • In 2 Re 1:7-8 si dice che Elia “aveva una veste di peli e una cintura di cuoio intorno alla vita“.

Un abbigliamento piuttosto simile. Inoltre, entrambi si nutrivano in modo insolito:

  • San Giovanni mangiava locuste e miele selvatico,
  • mentre Elia si faceva rifornire dai corvi.

Quest’ultima è la scena rappresentata nel nostro dipinto del 1510 di Giovanni Savoldo, che ho messo allegato a questa meditazione.

La scena è tratta principalmente da 1 Re 17, dove vediamo un grande corvo nell’angolo in alto a destra che nutre Elia, tenendo un pezzo di pane nel becco.

Questo avvenne durante la siccità che Dio stava imponendo per dimostrare al popolo che il loro culto di Baal non avrebbe portato loro la ricompensa desiderata.

Possiamo anche vedere il carro di fuoco sulla sinistra, in viaggio verso il cielo.

L’espressione del viso di Elia è splendidamente riflessiva.

E La specificazione che l’evangelista Matteo fa rispetto al testo di Marco “non l’hanno riconosciuto”, in riferimento agli scribi che non riconoscono la venuta di Elia, è una vera e propria denuncia.

È una denuncia che Gesù rivolge agli scribi del suo tempo, ma che rivolge anche a ciascuno di noi ogni volta che ci accostiamo ai vangeli senza comprenderne il profondo legame con le Scritture dell’antico testamento e soprattutto con gli scritti profetici.

L’invito è dunque a conoscere le Scritture per riconoscere nell’oggi della nostra esistenza la venuta del Signore.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!