“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 5,33-37
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel vangelo di oggi, Gesù rilegge il comandamento: “Non spergiurare”. E anche qui supera la lettera, cerca lo spirito della legge e cerca di indicare l’obiettivo ultimo di questo comandamento: raggiungere la trasparenza totale nel rapporto tra persone.
È Il terzo tema che Gesù affronta durante il durissimo discorso della montagna, un tema che riguarda l’autenticità e la verità.
Il giuramento era una pratica piuttosto diffusa e serviva a garantire l’onestà di un patto e della persona che lo assumeva.
Gesù va oltre, esagera, vola altissimo: non è certo giurando su Dio o sul tempio o sul tesoro del tempio che si garantisce l’onestà dell’affermazione.
Allora taglia corto: meglio non giurare.
Non abbiamo potere su nulla, nemmeno su noi stessi, sul nostro destino.
Non possiamo cambiare nemmeno una virgola di ciò che diciamo e facciamo, siamo fragili e limitati.
Allora perché giurare?
Meglio essere sinceri, sempre, essere trasparenti, ma per esserlo dobbiamo anzitutto esserlo con noi stessi, confrontandoci con la Parola di Dio.
Perché solo in Dio scopriamo chi siamo, a cosa e dove siamo destinati.
Solo in Dio possiamo non avere paura, accogliere le nostre ombre, lasciarle illuminare dallo Spirito, chiamare per nome e cognome i nostri peccati senza che, per questo, ci assalga lo scoramento.
Solo in Dio impariamo ad essere davvero noi stessi, senza finzioni.
La ricerca affannata di parole giuste e la prolissità non esprimono tanto l’amore per la verità, ma esprimono il desiderio di stordire l’altro per avvicinarlo alle nostre posizioni.
Preoccupiamoci piuttosto che la nostra vita sia testimonianza autoreferenziale dei nostri valori, consapevoli che le parole, quando perdono l’effettività delle cose, perdono consistenza e finiscono col diventare un semplice puro ornamento, di una menzogna spesso ben confezionata.
Ricordiamoci sempre che nessuno ci ascolterà se ostruiamo nel nostro cuore il passaggio alla verità.
Si racconta che, al tempo della guerra tra Cartagine e Roma, i Cartaginesi mandarono a Roma un prigioniero romano, per invocare la fine dei combattimenti.
Gli fu fatto giurare di tornare a Cartagine se avesse fallito la missione.
Arrivato in città, il prigioniero andò direttamente al Senato e pronunciò una requisitoria contro Cartagine.
Poiché in questo modo aveva fallito la sua missione, i senatori lo supplicarono di rimanere a Roma, aggiungendo che un giuramento strappato con le minacce non aveva nessun valore.
Ma il prigioniero rispose “Il mio onore di Romano mi impedisce di mancare alla mia parola. Devo andare fino in fondo, nei miei doveri di cittadino. Sarò ucciso, ma l’onore di Roma sarà salvo”.
Ed era un pagàno.. prendiamo esempio, per farci un bell’esame di coscienza e per chiederci: che ne è dell’onore di noi cristiani?
Abbiamo paura di vivere la verità, nonostante abbiamo la garanzia di Cristo?
Molti giurano sul loro onore, sui loro morti, sulla loro vita, su Dio e sui santi, che stanno affermando la verità.
È facile giurare e chiunque può farlo senza sentirsi impegnato, se non a VUOTE parole.
Se la verità non traspare dai nostri occhi e dai nostri atti, è inutile sminuirla al rango di semplice enunciato.
Quanti tacciono il loro impegno cristiano in un ambiente ostile, per strappare un posto vantaggioso, o per mille altre ragioni, per amor proprio, quando basterebbe un po’ più di coraggio, un po’ più di Fede, un po’ più di amore e di fiducia in Gesù Cristo, PER RESTAR FEDELI ALLA SUA VERITÀ.
Le Legge dell’Antico Testamento diceva “…non spergiurare”, aggiungendo che l’uomo può giurare solo per il Signore (Nm 30,2):
- “Questo è l’ordine dato dal SIGNORE: quando uno avrà fatto un voto al SIGNORE o avrà con giuramento assunto un solenne impegno, non verrà meno alla sua parola, ma metterà in pratica tutto quello che ha promesso”.
Nella preghiera dei Salmi si dice che può salire sul monte di Yavhè e giungere al luogo santo, solo “…colui che ha le mani innocenti ed il cuore puro, che non confida negli idoli, non fa giuramento per ingannare” (Sal 24,4).
Lo stesso si dice in diversi altri punti dell’AT (Ecclesiaste 5,34), perché ci si deve poter fidare delle parole dell’altro:
- “poiché con le molte occupazioni vengono i sogni, e con le molte parole, i ragionamenti insensati. 4 Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare ad adempierlo; perché egli non si compiace degli stolti; adempi il voto che hai fatto.”.
Per favorire questa fiducia reciproca, la tradizione si era avvalsa dell’aiuto del “giuramento”.
Per dare forza alla propria parola, la persona giurava per qualcuno o per qualcosa che era più grande di lui e che avrebbe potuto castigarla se non compiva ciò che aveva promesso.
Purtroppo le cose continuano così fino ad oggi, anche se nel comun parlare, in cui Dio non abita, lo spergiuro fa ormai parre del comun vivere.
In fondo, il giuramento, è l’espressione della convinzione secondo cui nessuno può fidarsi completamente della parola dell’altro.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!