08.05.2023 LUNEDI’ 5 SETTIMANA DI PASQUA A – GIOVANNI 14,21-26 “Gli disse Giuda, non l’Iscariòta…..”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 14,21-26
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il capitolo 14 del Vangelo di Giovanni è un bell’esempio di come si faceva la catechesi nelle comunità dell’Asia Minore, alla fine del primo secolo.
Mediante le domande dei discepoli e le risposte di Gesù, i cristiani formavano la loro coscienza e davano un orientamento ai loro problemi.
In questo capitolo 14, abbiamo:
- la domanda di Tommaso e la risposta di Gesù (Gv 14,5-7),
- la domanda di Filippo e la risposta di Gesù (Gv 14,8-21),
- e la domanda di Giuda e la risposta di Gesù (Gv 14,22-26).
E l’ultima frase della risposta di Gesù a Filippo (Gv 14,21) forma il primo versetto del vangelo di oggi:
- “…Io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
Questo versetto presenta il riassunto della risposta di Gesù a Filippo, che aveva chiesto “…Signore, mostraci il Padre e questo ci basta!” (Gv 14,8).
Anche Mosè aveva chiesto a Dio “…mostrami la tua gloria” (Es 33,18).
E Dio aveva risposto “…ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Es 33,20).
Il Padre non può essere mostrato, perché Dio abita una luce inaccessibile (1Tim 6,16). “…nessuno mai ha visto Dio” (1Gv 4,12).
Ma, la prima lettera di San Giovanni ci dice che la presenza del Padre può essere sperimentata mediante l’esperienza dell’amore “…chi non ama non conosce Dio, perché Dio è amore“.
Parimenti Gesù dice a Filippo “…chi osserva i miei comandamenti, costui mi ama. E chi mi ama sarà amato dal Padre mio. Io anche lo amerò e mi manifesterò a lui“.
Osservando il comandamento di Gesù, che è il comandamento dell’amore DA RIVERSARE SUL PROSSIMO (Gv 15,17), allora la persona mostra il suo amore per Gesù.
E chi ama Gesù, sarà amato dal Padre e può avere la certezza che il Padre si manifesterà a lui.
Attenzione quindi: nel Vangelo di oggi, il Signore ripete questo concetto almeno tre volte:
- se uno lo ama,
- osserverà la sua parola,
- le sue parole
- e i suoi comandamenti.
Fratelli e Sorelle, ecco allora che osservare i suoi comandamenti (riassunti in quello dell’amore), e osservare le sue parole (cioè il suo insegnamento trasmesso dalla Chiesa), È POSSIBILE SOLO SE OSSERVIAMO LA SUA PAROLA, IN PARTICOLARE QUANDO LA PAROLA DEL PADRE SI È IMPOSSESSATA DEI NOSTRI CUORI (sant’Agostino).
È l’opera dello Spirito Santo, l’amore fra il Padre e il Figlio, che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dei Sacramenti.
Come la missione del Figlio ha avuto per effetto di condurci presso il Padre, così la missione dello Spirito Santo ha per effetto di condurci al Figlio (san Tommaso d’Aquino).
È proprio lo Spirito Santo che ci rende capaci di affrontare ogni cosa per Cristo e di capire di che tipo di Amore è capace il Cristo sulla Croce.
Il tema dell’amore per Gesù è già presente sulle sue labbra nei tre vangeli sinottici “…chi ama padre o madre più di me, non è degno di me” (Mt 10,37); ma nel quarto vangelo questo amore viene specificato, quasi che il redattore temesse un suo fraintendimento.
Come Gesù ha chiesto di credere in Dio e anche in Lui, ha certamente anche chiesto di amare Dio e anche Lui, ma a precise condizioni.
Cioè che il tutto NON SI ESAURISCA IN UN DESIDERIO DI DIO, IN UN ANELITO VERSO IL DIVINO, SENZA CHE IN ESSO SIA CONTENUTA LA DISPONIBILITÀ A ESSERE CONFORMI A CIÒ CHE DIO VUOLE, VOLONTÀ DI DIO MANIFESTATA NELLA SUA PAROLA, VOLONTÀ DA REALIZZARE OGNI GIORNO QUALE OSSERVANZA CONCRETA DEI SUOI COMANDAMENTI.
Ecco perché le parole di Gesù sono così perentorie “…se mi amate, osservate i miei comandamenti”, perché in me Dio ha parlato esprimendo la sua volontà, e lo ama veramente solo chi cerca di realizzare tale volontà.
Amare Gesù, dunque, significa non solo nutrirsi di un amore di desiderio, non solo dirgli che di Lui ha sete la nostra anima (Sal 41,3; 62,2), ma realizzare ciò che lui ci chiede, osservare il comandamento ultimo e definitivo: QUELLO DELL’AMORE RECIPROCO.
E noi conosciamo bene come Gesù ha formulato questo comandamento “…come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri” (Gv 13,34 e 15,12).
Si faccia attenzione, che Gesù non ha detto “…come io ho amato voi, così anche voi amate me”, ma “amatevi gli uni gli altri”.
PERCHÉ EGLI CI AMA SENZA CHIEDERCI IL CONTRACCAMBIO, ma chiedendoci che il suo amore che ci raggiunge si espanda come amore per gli altri, perché questa è la sua volontà d’amore.
La vita di Dio è un flusso di amore nel quale, se accogliamo il suo dono, possiamo essere coinvolti.
Questo è ciò che dovremmo conoscere nell’ebbrezza dello Spirito e nella Comunione con Cristo in ogni Eucaristia, dove siamo chiamati a vivere la celebrazione dell’amore di Dio.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!