… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MATTEO 10,7-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore
Mediti…AMO
- “Gratuitamente avete ricevuto…”.
Che cosa abbiamo ricevuto? E cosa possediamo che non abbiamo ricevuto?
La vita, anzitutto, come dono che il Signore ci ha dato per un puro atto di amore.
Se è dono, la vita non può essere considerata un possesso o una proprietà privata, anche se le potenzialità, di cui oggi disponiamo, potrebbero far pensare che l’uomo è padrone del suo destino.
Sono soprattutto le conquiste della scienza e della tecnica a dare questa impressione di fallace e ingannevole “onnipotenza”.
Perfino la vita, nel suo mistero di inizio e di temine, viene oggi manipolata con conseguenze assai gravi e tragiche per l’umanità.
Manca l’Amore nel nostro cuore. Quello vero. Quello puro, ad immagine di Dio.
Solo se seguiamo la Scrittura possiamo comprendere la grandezza della nostra chiamata.
La Parola di Dio ci dice che c’è un disegno su ogni persona creata, un progetto «Prima che tu nascessi, Dio ti ha conosciuto, ti ha scelto e amato».
Se ricordiamo questo, allora tutta la nostra vita non può essere altro che MISSIONE, TESTIMONIANZA e SEQUELA.
E l’annuncio del regno sarà gridato strada facendo, nella sequela di Gesù.
Allora la vita risorge nell’inviato ed intorno a lui, in uno scambio reciproco di amore di Verità.
Tutto avviene nella GRAZIA. Infatti si è attirati a Dio e ci si appoggia sempre meno a fasulle sicurezze terrene, che in realtà appesantiscono, espongono alle ansie di avere sotto controllo una vita che non può essere facilmente programmabile né prevedibile.
Ma, ovviamente, è un cammino graduale, personalissimo.
Questo emerge per esempio in quel LA “VOSTRA” PACE scenda su quella casa.
Nell’Antico Testamento, il profeta Osea ci aveva commosso trasmettendo le parole di Dio che parla di sé come una MADRE AMOREVOLE CHE PROTEGGE E ACCUDISCE I SUOI FIGLI.
Tale è l’amore di Dio nei nostri confronti, del quale l’amore umano più bello e più puro è un pallido riflesso.
Quanto è grande questo amore nei confronti dell’uomo.
E Dio ha voluto costituire i suoi discepoli anche come portatori di questo dono: «Andate, predicate, che il Regno dei cieli è vicino…».
Con Gesù, Dio ci ha donato la notizia più bella di tutta la storia dell’umanità: Egli ha vinto il peccato e la morte.
Come diceva l’amato Papa Benedetto XVI:
- «La vera novità del Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo che dà carne e sangue ai concetti – un realismo inaudito – […]. Questo agire di Dio acquista ora la sua forma drammatica nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso insegue la “pecorella smarrita”, l’umanità sofferente e perduta» (Deus Caritas est, n.12).
Questo è l’annuncio che i discepoli di Gesù non potranno tacere, neanche dinanzi alle persecuzioni o ai più grandi ostacoli.
Ora Gesù non ha dubbi nel mandare gli apostoli ad allenarsi in questa missione; infatti di lì a poco dovranno veramente iniziare una missione incredibile, guidati solo dalla fede, portando la buona novella per il mondo intero.
Anche noi siamo poveri pescatori, o esattori delle imposte o semplici cristiani “di strada”.
Ma il Signore ci vuole affidare una missione grande, che molto spesso supera i limiti delle nostre possibilità, un dono gratuito da dare gratuitamente; ci rende portatori di una grazia, un tesoro immenso, in vasi di creta. Non dobbiamo aver paura.
Se una adolescente come Teresa di Lisieux, che entrò nel convento a quindici anni, ha potuto segnare profondamente la storia della trasformazione di molte persone nella Francia del suo, perché non offrire anche noi le nostre mani, i nostri impegni quotidiani, vissuti con amore?
Tutti possiamo offrire qualcosa, soprattutto la nostra donazione nel compimento del dovere, realizzato con molto amore, nella testimonianza della pace e nella pace vissuta nella nostra vita e nel nostro cuore.
Gesù, infatti, ha costituito ogni suo apostolo e discepolo, in Lui, con Lui, per Lui, come vero principe della pace.
Ed essi debbono attingerla perennemente nel cuore di Cristo, come Cristo l’attingeva nel cuore del Padre, e poi la debbono trasformare in purissimo amore, ogni giorno, sino alla fine.
La pace di Dio si può dare al mondo solo come amore che è perdono, riconciliazione, giustizia, verità, compassione, pietà, aiuto concreto.
Discepoli e apostoli daranno la pace invitando ogni persona a lasciarsi riconciliare con Dio, a gustare la sua divina misericordia, a gioire del suo perdono, a immergersi nella sua eterna carità, a far parte della comunità dei santi, che è la Chiesa.
Se l’uomo non vuole la pace vera, perché non accoglie l’inviato del Signore, il discepolo di Gesù deve lasciare quella casa e quella città.
E il discepolo, lasciando il luogo dove si trova, deve portare con sé la sua pace.
Cristo e la pace sono una cosa sola. Il discepolo di Gesù e la pace sono una cosa sola.
Cristo e la Chiesa sono una pace sola. La pace non è un dono che si può inviare a chiunque.
Né si può chiedere attraverso la preghiera.
Essa è un frutto dello Spirito di Cristo, del cristiano, della Chiesa che prega e chiede Dio che crei uomini di buona volontà che accolgano Cristo, accolgano il cristiano nel loro cuore, in modo che questi vi possa portare la pace.
Ma Gesù però ci avverte che, come tutte le missioni, anche la predicazione del Suo Regno può concludersi con un successo o con un fallimento. Il Suo amore può essere accolto, ma anche rifiutato…
La cosa da evitare è di voler piacere a tutti…
- “Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1 Gv 2, 15)
- “Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Gc 4, 4).
Quindi, non scoraggiamoci quando le persone ci sbattono la porta in faccia, o quando veniamo derisi, o quando qualcuno trama alle nostre spalle per screditarci o per difendere i propri interessi…
Ricordo con gioia, quando, in una benedizione pasquale alle case, una donna mi ha preso a male parole e quasi tirato una scarpa.
Tranquillo dice Gesù “…esci da quella casa o da quella città e scuoti la polvere dei tuoi piedi”…
Attenzione però, non sempre l’ostilità o l’insuccesso è colpa altrui…
A volte infatti, qualcuno pretende di evangelizzare solo con le belle parole… ma se queste non sono accompagnate da una testimonianza di vita non fanno altro che scandalizzare e indurire di più i cuori.
Per esempio… quando una persona si trova in mezzo al dolore, con mille problemi e tormenti, la cosa che non vuole assolutamente sentire è la solita frase “…Non preoccuparti, ci penserà Dio… Dio ti aiuterà“…
Certo che Dio la aiuterà… certo che Dio ci penserà…
Ma quello che non si vuole capire è che Gesù non guida né l’aereo, né scaraventa fuori dal finestrino soldi, lavoro, sorrisi, conforto, pace, gioia…
Ma usa ognuno di noi per compiere tutte queste belle cose.
PURTROPPO PERÒ NOI CRISTIANI PERÒ, A VOLTE, INVECE DI SPARGERE IL BUON PROFUMO DI CRISTO, EMANIAMO SOLO CATTIVO ODORE.
Quanto è facile dire belle parole e lasciare ad altri il compito di metterle in pratica…
Quanto è facile predicare l’amore di Dio, ma poi non ci accorgiamo che un fratello è in gravi difficoltà da mesi e mesi…
Troppo scomodo sarebbe interessarsi di lui, dei suoi reali problemi, delle sue angosce dei suoi tormenti… molto più semplice far finta di niente,
Chi non vive quei momenti, non si rende conto di quanto pesanti e difficili possano essere certe situazioni… cosa si deve sopportare… quanto si deve lottare… cosa significa essere soli, cosa significa andare verso la morte…
Allora io credo che certe prediche mielose… invece di consolare, fanno stare ancora più male… faremmo bene a stare in silenzio, sedendoci vicino, al fratello che soffre…
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!